• Nato in un ambiente modesto ma dotato di una grande ricchezza multiculturale, Paulo manifestò molto presto un’intelligenza vivace, una sensibilità e una curiosità insaziabile per la lettura, la scrittura e le lingue. Divorava i classici, s'interessava alle letterature straniere: apprese da autodidatta numerose lingue – tra cui il francese, l’inglese, lo spagnolo e, successivamente, il giapponese. Manifestava uno spirito anticonformista, un senso dell’umorismo tagliente e una certa irriverenza nei confronti delle autorità.
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• Nel 1958, si oppose alla volontà di suo padre che avrebbe voluto vederlo seguire la carriera militare ed entrò nel Monastero di São Bento a São Paulo, non per fede, sosteneva, ma per imparare il latino. Vi rimase due anni, prima di esserne espulso per possesso di foto licenziose. Malgrado ciò, egli scoprì il greco antico e il latino, la filosofia e il rigore monastico, tutte cose che influenzarono il suo pensiero.
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• Di ritorno a Curitiba, s’iscrisse alle facoltà di Belle Arti e di Legge, ma non portò a termine nessuno dei due corsi. Ed è nella biblioteca pubblica del Paraná che Paulo incontrò la giovane Neiva, il cui vero nome era Neivar Maria de Souza. Si era nel 1961, lui aveva 17 anni, lei 14. Paulo l’avrebbe sposata nel 1963.
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• In quell’epoca, Paulo teneva come libro da comodino: l' ABC of Reading di Ezra Pound, e leggeva un autore che era vissuto in Giappone, aveva scritto sullo zen e sulla poesia haiku: Reginald Horace Blyth. Nel 1963, a 19 anni, Paulo vide su un giornale di Curitiba l’annuncio di una prossima «Settimana nazionale di poesia d'avanguardia, a Belo Horizonte, organizzata dal gruppo Tendência, del Minas Gerais e un’altra di poesia concreta a São Paulo. La poesia concreta era rappresentata da Augusto de Campos, Haroldo de Campos e Décio Pignatari, che avevano appena terminato di tradurre i «Cantos».
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• Paulo si recò subito a Belo Horizonte in autostop e senza un soldo in tasca. Stando al racconto di Haroldo de Campos, egli fece in quel salone un ingresso degno di un «Rimbaud de Curitiba». Scapigliati, febbrili, audaci e impertinenti, tali furono i suoi primi passi nella poesia brasiliana. Dopo quella serata, passò la notte a casa di Augusto de Campos. «Egli non dormì affatto; rimase sveglio a leggere i Cantos fino all’alba. Ne fui impressionato. Paulo era molto giovane ma comprendeva e s’identificava nella nostra opera come nessun altro poeta di quell’epoca.»
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• Il 1964 fu un anno di transizione. Rappresentò per il Brasile l’inizio della dittatura militare e l’attuazione graduale di una politica repressiva che sarebbe terminata solo nel 1985. Il colpo di stato del maresciallo Castelo Branco disorientò i movimenti di sinistra, poiché non rispondeva agli schemi tradizionali dell'autoritarismo. La sinistra si radicalizzò sempre di più e, nonostante le politiche d’estrema destra e antipopolari del governo, regnava un clima d'euforia progressista negli ambienti intellettuali.
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• Paulo pubblicò allora le sue prime poesie sulla rivista del gruppo di poesia concreta “Invenção”, che dedicò un numero a Oswald de Andrade nel dicembre dello stesso anno. Contemporaneamente, ebbe l’incarico di professore di storia e di scrittura per i corsi propedeutici all’università de São Paulo.
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• La fine degli anni ’60 fu caratterizzata, a livello pressoché mondiale, dall’esplosione della contro-cultura anglo-americana. Beatles, beatniks, poi hippies. Vigeva l’imperativo di cambiare il mondo, la ribellione contro le regole, l’autoritarismo e la pudicizia. Paulo prese coscienza della propria marginalità. «La mia poesia avventurosa ha un passato di suora e di sgualdrina.». «Quanto alla musica popolare, sono arrivato tardi. Ho imparato a suonare la chitarra a 26 anni». Frequentò l’accademia di judo Kodokan di Curitiba (partecipò anche ai Campionati locali), sperimentò le droghe (marijuana, alcool, LSD ecc.). «Noi ci spingiamo agli estremi perché alla fine, solo quelli che avranno ancora la mente lucida saranno salvi», scriveva nelle sue lettere.
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• Nel 1966, l’intuizione fulminante di Catatau gli si manifestò durante un corso che egli tenne sulle invasioni olandesi in Brasile. Si trattava di un testo di prosa sperimentale, un romanzo-idea che parla della visita del capitano filosofo René Descartes, quello del Cogito, nel nord-est del Brasile (dove questi, inutile dirlo, non aveva mai messo piede), in quanto membro della spedizione di Mauricio de Nassau. La storia intendeva riferire i valorosi tentativi di un Descartes in preda alle allucinazioni di interpretare e spiegare la realtà sconosciuta ed esuberante che gli si presentava davanti agli occhi. Ci vollero almeno otto anni per portare a termine il suo "romanzo" di duecento pagine, costituito da un unico paragrafo.
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• Nel 1968, Paulo e la moglie Neiva, che era disegnatrice, non fanno più vita di coppia ma condividono la stessa casa, a Curitiba, una sorta di comunità hippie dai liberi costumi. Qui incontrò la poetessa Alice Ruiz e il giornalista Ivan da Costa. Paulo fu attratto da Alice, mentre Neiva fu attratta da Ivan e cominciò a frequentarlo. Quello stesso anno, Alice e Neiva rimasero incinte. Alice diede alla luce un bambino, Miguel Ângelo (che sarebbe deceduto 10 anni dopo per un linfoma). Anche Neiva ebbe un bambino, registrato ufficialmente con il nome di Paulo Leminski Neto, ma sarebbe cresciuto con Ivan e Neiva, e chiamato Luciano da Costa (e soprannominato "Kiko"). Paulo ruppe allora il suo vincolo con Neiva e iniziò a convivere con Alice. Decisero poi di partire per Rio de Janeiro, dove avrebbero abitato per due anni.
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• Tra il 1969 e il 1970, Paulo partecipò al II Concorso Nazionale di Novellistica di Curitiba sotto lo pseudonimo di Kung, con Descartes com lentes. Questo scritto era un canovaccio, che contribuì alla genesi del suo progetto d'idea-romanzo: Catatau. Pubblicò testi e poesie su riviste alternative, antologie, come Muda, Código e Qorpo Estranho. Paulo utilizzava spesso l’haiku che, come genere poetico, si era inserito in una certa tradizione di poesia breve, tipica del Brasile, la cui origine risaliva a Oswald de Andrade con le sue poesie «kodacs» e, negli anni ’70, la si ritrovò in molti poeti detti «marginali» con le loro «poesie frammentate». (Precedentemente, anche alcuni modernisti come Guilherme de Almeida e Manuel Bandeira, avevano sperimentato questo genere poetico). Paulo che utilizzava spesso questa forma letteraria si sarebbe espresso così più tardi: «L’haiku, è il nostro tempo. Un tempo compatto, un tempo di "clip", un tempo di "bip", un tempo di "pulce"».
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• Di ritorno a Curitiba, nel 1971 Paulo cominciò a lavorare come redattore pubblicitario presso "O Globo". Per un certo periodo tornò a dedicarsi all'insegnamento, ai corsi preparatori del Dr Bardhal. Entrò a far parte del gruppo musicale "Duas Pauladas e Uma Pedrada" e scrisse alcuni articoli per la rivista Joy. Nascita di Áurea Alice Leminski.
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• Nel 1975, pubblicò finalmente la sua prosa sperimentale, il suo romanzo, Catatau, che fu presentato alla libreria Ghignone. Si trattava di un’edizione a spese dell’autore, con una tiratura di duemila copie. Di difficile approccio, la sua opera ricevette un’accoglienza piuttosto tiepida. Ma, nel 1989, avrebbe avuto una seconda edizione. Questa volta a spese dell’editore, avendo Paulo ormai raggiunto la celebrità.
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• Nel 1976, pubblicò, con Jack Pires, Quarenta clics em Curitiba. Una sorta di libro fotografico, contenente 40 poesie di Paulo e 40 fotografie in bianco e nero di Jack.
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• A partire dagli anni ’80, divenne un personaggio mediatico, abbandonò i dogmi concretisti e si orientò verso il tropicalismo, grazie soprattutto alla sua collaborazione con la musica popolare brasiliana. Lavorò con artisti del calibro di Caetano Veloso (Verdura è una poesia di Paulo), Gilberto Gil e Itamar Assumpção. Scrisse testi di canzoni e jingles. Nascita della seconda figlia Estrela Ruiz Leminski, che sarebbe diventata un cantante popolare.
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• Gli anni 1984-1986, Paulo li dedicò alla stesura di biografie poetiche di figure storiche come Bashô, John Lennon o... Trotsky, e alla traduzione di opere di autori come Petronio, John Fante o Samuel Beckett. Vedi più sotto, un elenco più completo, nella bibliografia.
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• 1986-1987, Paulo aveva un fratello minore, Pedro che, come lui, suonava la chitarra. Alcolista e depresso, nel 1986, si suicidò impiccandosi. Fu un duro colpo per Paulo, essendo egli stesso un alcolista. «Per la prima volta, parla della morte». «Vivere come un morente ti trasforma in qualcun d’altro. Qualcun d’altro che io non riconosco», scriveva Alice.
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• Nel 1988 si separò da Alice. Partì per una stagione «kamikaze» a São Paulo: mostre, poesie (lavorò all’organizzazione di La vie en close, pubblicato postumo)
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• Paulo Leminski morì all’età di 44 anni di cirrosi epatica, il 7 giugno 1989, alle 21:20, all’ospedale Nossa Senhora das Graças di Curitiba. Fu seppellito il giorno stesso al cimitero municipale, Água Verde.
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• Nel 2001, in seguito alle rivelazioni fatte nella biografia “Paulo Leminski - O bandido que sabia latim” di Toninho Vaz, il trentatreenne Luciano da Costa, cresciuto nell’ignoranza delle proprie origini, si fece fare il test del DNA. L’esito fu che Ivan da Costa non era suo padre biologico. Ed egli riprese il nome che era stato dichiarato alla sua nascita: Paulo Leminski Neto. Questo test provocò in seguito grandi tensioni familiari. Il patrigno Ivan fu sollevato dalle sue responsabilità paterne, i rapporti con la madre Neiva si incrinarono e iniziò una dura battaglia per l'eredità letteraria del suo padre biologico.
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