• Sua madre, Maria da Conceição Pereira, era una donna raffinata, sensibile ma scarsamente istruita, discendente da marinai e navigatori; da lei José ereditò le inclinazioni artistiche. Egli fece una descrizione precisa della madre nel quarto tomo del ciclo di romanzi A velha casa (La vecchia casa), che è la casa di famiglia da più di due secoli. La coppia ebbe 7 figli (2 femmine e 5 maschi), José era il secondo. Tra il primogenito e l’ultimo intercorrono più di vent’anni. L’infanzia di José nella vecchia casa trascorse serena sotto la stretta vigilanza della madre; l’atmosfera era impregnata d’una fede religiosa che per lui sarebbe divenuta sempre più discutibile, per lo meno sul piano intellettuale, mentre sarebbe stata un conforto senza pari, per tutta la sua vita, sul piano emozionale.
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• Fin dai primi anni di Liceo a Vila do Conde, verso i dodici anni, José cominciò a tenere un quaderno di poesia: Violetas. L’anno seguente, con due dei suoi fratelli, Júlio e António José, realizzò un quaderno artigianale di storie e illustrazioni: Revista de Baltar. Poi, a 15 anni, pubblicò sul giornale locale, “O Democrático”, il suo primo testo in prosa O castelo abandonado.
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• Nel 1918, José partì per terminare gli studi secondari, e si stabilì a mezza pensione a Porto. In questo periodo, cominciò ad abbozzare una prima idea di romanzo, senza tuttavia portarlo a termine, mentre continuò la sua collaborazione con il giornale di Vila do Conde. Nel 1920, si trasferì a Coimbra, dove si iscrisse alla Facoltà di Lettere, frequentando il corso di Filologia romanza.
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• Gli anni ’20 furono per José anni decisivi. A Coimbra, nel 1923, cominciò a scrivere, anche se in maniera un po’ incostante, il suo Diario che sarebbe terminato nel 1966, e pubblicato soltanto a titolo postumo. La sua attività propriamente letteraria iniziò con pubblicazioni su giornali e riviste, in particolare Crisaida, A Nossa Revista de Porto e Tríptico de Coimbra. Leggeva molto e amava discutere delle idee e dei valori che gli stavano a cuore con intellettuali che come lui, avrebbero contraddistinto uno dei periodi tra i più fecondi della creazione letteraria e della critica in Portogallo, come Adolfo Rocha (Miguel Torga), Vitorino Nemésio o più sporadicamente, Jorge de Sena, con il quale José, tra l’altro, si tenne in corrispondenza.
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• Nel 1925 José discusse la sua tesi As correntes e as individualidades na moderna poesia portuguesa che fece pubblicare nella sua città natale. Conseguì la sua laurea, ma la sua tesi fu poco apprezzata, principalmente a causa dell’importanza che egli attribuì a due poeti allora pressoché sconosciuti, Mario de Sá-Carneiro e Fernando Pessoa !
• L'anno seguente, a Coimbra, fu dato alle stampe il suo primo libro di poesia Poemas de Deus e do Diabo, con una copertina disegnata da suo fratello Júlio. Questo libro, oggi considerato un classico della poesia portoghese, pur se caratterizzato da “preoccupazioni poco moderne" come la lotta tra il divino e l'umano o la sofferenza redentrice, ebbe sorti alterne, ma alla fine s'impose.
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• Il 10 marzo 1927 fu una data importante poiché vide l’uscita del primo numero della rivista Presença, fondata da José Régio, Branquinho da Fonseca e João Gaspar Simões. Questa rivista giocò un ruolo centrale per l’evoluzione della seconda generazione del modernismo portoghese, che perseguiva gli ideali modernisti inaugurati dalla celebre rivista Orpheu di Fernando Pessoa, senza tuttavia impegnarsi in correnti politiche o religiose, e promuovendo una forma d'arte libera e originale. In questa rivista, che sarebbe durata 13 anni, fino al 1940, per la prima volta fu dato spazio, a firma di José, al cinema, conferendogli lo statuto di vera arte.
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• Nel 1928, terminati gli studi alla Scuola Normale, fu assunto per un anno come professore al Liceu Alexandre Herculano, a Porto. L’anno successivo, pubblicò da Coimbra la sua seconda raccolta poetica Biografia, sempre illustrata da Júlio. In quello stesso anno, trovò posto in qualità di professore aggregato provvisorio al Liceu de Mouzinho da Silveira, a Portalegre, e malgrado avesse ottenuto, poco tempo dopo, la nomina effettiva al Liceu do Funchal, finì per mantenere il suo posto di Portalegre fino al raggiungimento della pensione nel 1962. D’ora in poi la sua vita si sarebbe svolta tra due case, quella di Vila do Conde per le vacanze, e quella di Portalegre per il lavoro.
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• Nel 1935, pubblicò la sua terza raccolta, As Encruzilhadas de Deus in cui si afferma e si definisce la sua personalità poetica. Ma come egli stesso ebbe ad affermare, in lui era sempre stata presente una «inclinazione prosaica» all'analisi, un desiderio forte di comunicare la propria tragedia personale, e l’esposizione che ne faceva era decisamente teatrale. Non sorprende dunque se, parallelamente alla sua poesia, a partire dalla metà degli anni ’30 egli cominciò a scrivere dei pezzi teatrali, dei saggi e dei romanzi più o meno biografici
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• Così all’inizio degli anni ’40, fece pubblicare due raccolte, Fado seguito da Mas Deus é Grande (Ma Dio è grande), e un’opera di teatro, Jacob e o anjo (Giacobbe e l'angelo) in cui traspariva un elemento centrale eminentemente diabolico che José ci teneva a mettere in scena, l'orgoglio, al punto che David Mourão Ferreira potè affermare: «Régio dialoga con Dio attraverso Lucifero».
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• Ma se José fu un uomo tormentato sul piano religioso, tuttavia non rinunciò alla vita pubblica. Oppositore dell'Estado Novo di Salazar, egli fece parte del MUD (Movimento dell'Unione Democratica) e nel 1949 fu integrato nella Commissione di Portalegre sostenendo la candidatura alla presidenza della repubblica del generale Norton de Matos.
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• Nel 1952, la sua pièce Jacob e o anjo, messa in scena da Jacques Charpin, fu rappresentata nello Studio des Champs-Élysées a Parigi. L’opera ebbe una buona accoglienza di pubblico, ma la critica ne fu delusa. Forse si trattò di incomprensione, ma va detto che negli anni del dopoguerra, in Francia, la scena era dominata da mostri sacri del teatro, quali Eugène Ionesco e Samuel Beckett. Frattanto quest’opera fu oggetto di una diffusione radiofonica nazionale in Portogallo nel 1956. In quello stesso anno, fu tradotta in italiano e pubblicata da Giuseppe Carlo Rossi nel suo "Teatro portoghese e brasiliano" a Milano.
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• José che si ritirò in pensione nel 1962, cominciò ad avere problemi di salute. Due anni dopo, cedette la sua casa al Municipio di Portalegre, riservandosi la rendita vitalizia, e ritornò alla sua casa natale a Vila do Conde. Nel 1966, fu ricoverato nel Sanatorium Lumiar per un’infezione polmonare. Ma continuò comunque a pubblicare, una piece teatrale, O judeu errante (L’ebreo errante) dei saggi, Três ensaios sobre arte (Tre saggi sull'arte), nel 1967 e un’ultima raccolta di poesie, Cântico Suspenso nel 1968.
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• Il 9 ottobre 1969, nel tardo pomeriggio, José di ritorno a Vila do Conde provenendo da Porto, fu colto da una crisi cardiaca molto violenta, in conseguenza della quale morì nelle prime ore del 22 dicembre. Nel corso della sua vita, fu un appassionato collezionista di opere d'arte popolare, soprattutto religiose, che possono essere viste nelle sue case di Portalegre e di Vila do Conde, oggi trasformate in case-museo “José Régio".
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