• Il nonno paterno di Micheliny apparteneva alla polizia militare sotto la dittatura ed era anche commissario di polizia di Tupanatinga. Era un uomo «molto duro, molto macho e molto duro», riferisce in un’intervista concessa alla rivista "Continente" nel 2023. Suo padre, Aloisio, che avrebbe voluto essere artista, scultore, aveva una relazione conflittuale con lui. Ma dovette sottostare alle sue regole e divenne a sua volta militare, e successivamente, commissario di polizia di quella stessa città. (la sovrapposizione di funzioni venne abolita solo dopo la Costituzione del 1988 e la fine della dittatura).
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• «Mio padre era un militare di sinistra, cosa alquanto rara. Io l’ho scoperto solo dopo la sua morte nel 2010, all’età di 68 anni.» Nel dossier che la famiglia ricevette dopo il suo decesso, egli aveva passato diversi periodi di prigionia, particolarmente all’epoca dell'elezione di Miguel Arraes. Suo padre aveva fatto campagna illegalmente per lui. «Fu denunciato e arrestato, questo era il motivo della sua assenza da casa, per due o tre mesi, ma noi ne eravamo all’oscuro.»
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• Ella imparò a leggere molto presto, quasi del tutto da sola, secondo sua madre. C’erano tanti libri nella casa dei genitori. E nel 1981, ancora non aveva dieci anni, scrisse sul suo diario, un notes donatole da suo padre, un primo romanzo ad imitazione di quelli di Monteiro Lobato. L'anno seguente, vi scrisse la sua prima poesia. Più avanti, avrebbe utilizzato la macchina per scrivere Olivetti Lettera 32 verde che suo padre condivideva con lei.
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• «Ho imparato molto dalla vita di mio padre» quand’ero giovane, «era commissario di polizia e si portava il lavoro a casa, dei dossier di inchieste a cui si dedicava la sera tardi e di notte. Possedeva anche una valigetta alla 007 (James Bond) con una chiave, sapete, una di quelle chiavi molto piccole. Ed egli teneva i suoi dossier chiusi in questa valigetta». Io scoprii dov’era nascosta.
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• Ella vi avrebbe trovato tutti gli orrori e i delitti di una città, di cui sua madre diceva che pareva la trama di una telenovela. Femminicidi, dispute familiari che portavano all'autodafé, ma anche conflitti a fuoco. «Ogni giorno di mercato, c’era uno scontro a fuoco». «Certi casi mi hanno veramente impressionata, come quello dei figli di Verônica e di Dona Maria... Un giorno, il loro figlio, un adolescente di 16 anni (che lei conosceva) s’era fatto decapitare da suo fratello in un attacco schizofrenico.»
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• È in questo ambiente piuttosto deleterio che si forgia la sua immaginazione. Attorniata da libri, alunna di sua madre, insegnante di geografia, che leggeva romanzi «pseudo-russi» dove Micheliny avrebbe trovato il proprio nome d’arte, cognome di un’eroina che si chiamava Verunschk, – profondamente influenzata da suo padre che l’incoraggia, e fiera del suo lavoro, malgrado la sua durezza, «assai spesso ho pensato: mio padre ha catturato questi mostri», Micheliny ha tutti gli ingredienti per diventare una poetessa quanto una romanziera.
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• Terminati gli studi secondari, indecisa tra psicologia e storia, nel 1995 s'iscrisse all’Accademia per l’Insegnamento Superiore di Arcoverde (a 50 km a nord di Tupanatinga), e nel 1999 conseguì la laurea in Storia. Poi, nel 2000/2001 si specializzò in questa disciplina, discutendo una tesi intitolata: A Caravana Não Morreu: Anotações para a História do Samba de Coco de Arcoverde presso l'università di Pernambuco di Recife (capitale dello Stato).
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• Micheliny che aveva, fin qui, pubblicato solo su siti Web, come Jornal de Poesia e Le Mangue, e per riviste Cult et Poesia Sempre, fece il suo debutto nella carriera letteraria nel 2003 con la pubblicazione della sua prima raccolta di poesia: Geografia Íntima do Deserto. In un’intervista concessa a Frederico Barbosa, poeta e critico letterario di Recife, Micheliny,
– a proposito dell’invenzione in poesia, dichiara che «l'immagine è la grande forza della mia poesia. Mi piace scontornare le immagini, donare loro altri significati. È un po’ come creare un proprio dizionario»,
– a proposito delle sue influenze, «Amo João Cabral, Carlos Drummond, Ezra Pound, Geraldino Brasil, Orides Fontella, nominando qui solamente quelli scomparsi. Io penso che la più grande influenza che essi esercitano su di me sia il rigore nella creazione»,
– a proposito dell'ispirazione, «una poesia può restare in gestazione per anni e un giorno, approda alla pagina in un sol colpo»,
– a proposito della libertà, «Voglio avere la libertà di scrivere ciò che voglio nella forma che voglio. Ogni ricetta ha bisogno della creatività e del condimento dello chef». «La poesia è un cubo di Rubik, non sempre è possibile risolverlo, né sconfiggere il cubo. Io penso che in questo ci sia un certo misticismo, che qualcuno potrebbe denominare "ingegneria" (arte, genio della costruzione)»
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• È in quegli anni che Micheliny si è sposata, divenendo madre di due bambini, un maschietto Theo e una femmina Nina, a cui ha trasmesso il suo nome d’arte. Tutti e due, infatti, portano il nome di Verunschk. Nel 2004, Micheliny si è trasferita a São Paulo dove si è iscritta al magistero in letteratura e critica letteraria alla PUC-SP (Università Cattolica Pontificia di São Paulo), conseguendo il master nel 2006.
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• Alcuni anni più tardi nel 2012, ha iniziato un dottorato in comunicazione e semiotica presso la stessa università, la PUC-SP. Si è laureata nel 2015. Ma nel frattempo, ha pubblicato nel 2014 il suo primo romanzo, Nossa Teresa - vida e morte de uma santa suicida che le procurato un molto successo poiché avrebbe ottenuto il premio di letteratura São Paulo, nella categoria di miglior romanzo scritto da un giovane autore del genere, di più di 40 anni.
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• Attualmente, le sue opere sono tradotte e pubblicate in Francia, Italia, Portogallo, Spagna, Canada e Stati Uniti
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• A proposito della sua trilogia (Trilogia do mato, vedi più avanti), questo è quanto ci racconta Micheliny:
«Io non penso che la letteratura abbia una funzione sociale, che la letteratura debba essere pamphletaria. Ma in quanto strumento di creazione di mondi, i mondi che m’interessano sono i mondi altrui. Io mi interesso al mondo dell’infanzia, al mondo dell’adolescenza, ed è proprio a questa fascia d’età, quella degli adolescenti che appartengono i miei personaggi preferiti. Io mi interesso alla vita di quelli che hanno subito la violenza dello Stato, la violenza di genere, la violenza a causa delle loro origini. Scrivo a partire da questo. Questo è il mio materiale.»
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