• A partire dal 1955, Ruy intraprende gli studi secondari, inizialmente come interno, poi come esterno, a Jequié, una cittadina a ventiquattro chilometri a nord di Poções. Dei suoi anni d’infanzia, di quelle città egli racconta che «erano circondate da un alone di magia», luoghi mitici, ove la felicità era completa, soprattutto grazie alla presenza dei suoi cari e alla libertà di giocare all’aria aperta:
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• «C’era, sì, della magia, e parecchia, in quei periodi della mia vita. In realtà, c’è stata una sorta di magia in tutta la mia vita, ed è ancora così. Talvolta si tratta di una magia crudele, ma pur sempre magia: del resto, la vita non ha alcun senso, non ha logica. Soltanto la magia può darle un senso – il senso della magia. Non ho mai veramente accettato la separazione tra sogno e realtà; giorno dopo giorno mi sento sempre più propenso a concordare con Calderón de la Barca: "La vida es sueño" (La vita è un sogno). Chi può provarmi il contrario?»
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• Nel 1961, fa ritorno a Salvador e si iscrive al Colégio Central da Bahia. Ruy è in cerca della propria strada: inizia a scrivere le sue prime opere, saggi e poesie, ma non pubblica niente. A Salvador ritrova il suo amico d’infanzia, Affonso Manta, anch’egli poeta, e si integra al gruppo anticonformista di Carlos Anísio Melhor, bibliotecario, giornalista e poeta, che fece parte in passato della Generazione Mapa, diretta da Glauber Rocha. A causa del colpo di stato militare dell’aprile 1964, egli interrompe gli studi per alcuni mesi. Si iscrive poi ai corsi di Giurisprudenza nel 1966, per abbandonarli definitivamente nel 1969.
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• Comincia allora a lavorare come cronista per il giornale "Tribuna da Bahia". Supera l’esame d'ammissione ai corsi di Giornalismo presso l'Università Federale di Bahia, partecipa a vari festival, manifestazioni, premi letterari, concorsi dell’UFBA, con ottimi risultati. Scrive, in particolare, un saggio su Manuel Bandeira, uno degli autori da lui preferiti, insieme a Jorge de Lima e Mario de Andrade:
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• «Tutti e tre mi hanno influenzato molto, poiché sono sono stati dei maestri nel campo della poesia. Nel caso di Mario, la sua influenza ha avuto una valenza prevalentemente critica, avendomi insegnato, per esempio, che l'originalità risiede in noi stessi. Jorge de Lima e Bandeira sono stati soprattutto dei maestri della poesia in quanto tale.»
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• Nel 1972, diviene segretario di redazione della "Tribuna da Bahia" e successivamente è editor presso "Reportagem Geral". L'anno 1974 è un anno importante per lui. Riceve l’incarico di docenza alla facoltà di scienze umane all'UFBA, e prende la decisione, ha già 34 anni, di pubblicare la sua prima raccolta di poesia: Heléboro.
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• «Solo molto più tardi, nel 1974, ho deciso di pubblicare il mio primo libro di poesie», racconta Ruy. «A spese mie, in una tipografia di Feira de Santana, con il denaro vinto a un concorso letterario – poesia e saggio – dell'Università federale di Bahia». Si trattava di Heléboro., una tiratura di cinquecento copie, distribuite tra amici e scrittori. Carlos Drummond de Andrade definì il mio libro come «poesia concentrata e di sottile espressione». (cfr. Portal Grabois)
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• Da quel momento la sua strada è tracciata, tanto dal punto di vista letterario che professionale. Diventa corrispondente (CLP) per il giornale "O Pasquim" di Rio de Janeiro (1976-1981) e continua a pubblicare notizie di cronaca su “Tribuna da Bahia” fino al 1981, poi su "Jornal da Bahia" (1983-1993). Nel 1979, l'editore "Civilização" pubblica Julgado do vento, la sua seconda raccolta di poesie, e, nel 1981, riceve con As sombras luminosas, il premio nazionale di poesia "Cruz e Souza", dello Stato di Santa Catarina, concorso al quale partecipano 2300 poeti di tutto il paese.
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• «In poesia, mi colloco su un versante poco frequentato, in cui i poeti usano mettersi all’ascolto del mondo, della vita, del tempo, tentando di esprimere gli effetti di questo difficile cammino su sé stessi», ci riferisce il poeta. «Intendo dire che la poesia è, per noi, una cosa ben al di sopra della mera intelligenza organizzata. Così, non la confondiamo con gli ingannevoli frutti dell’abilità e degli artifici adottati da gruppi e movimenti, per quanto ci facciano soffrire le varie dittature che si succedono – e talvolta durano decenni – in questa Repubblica delle Lettere».
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• In questi anni si sposa e ha due figli, Matilde, nata nel 1980, e Mario, nato nel 1983. «Avere figli è fondamentale. I figli ci educano e ci fanno apprezzare maggiormente la vita».
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• Nel 1999, consegue il dottorato in Lettere dall'UFBA e viene anche nominato dottore honoris causa dall'Università dello Stato di Sud-Ouest di Bahia (UESB). Negli anni 2000, entra a far parte degli “immortali” andando a occupare la sedia n° 20 dell'Academia Brasileira de Letras, e scrive sul periodico bimestrale "A Tarde". Nel 2007, viene invitato dalla fondazione della "Biblioteca Nacional" a rappresentare il Brasile alla Fiera del Libro di Francoforte, e nel 2008 a far parte della commissione di selezione per il Premio "Camões".
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• Attualmente, Ruy continua a pubblicare. Così, per concludere, lasciamo a lui la parola: «Jorge Luis Borges diceva che tutti gli animali sono eterni, tranne l’uomo, perché è in grado di percepire il tempo successivo, vale a dire che ha coscienza dello scorrere del tempo che si porta via la nostra vita. La vita, sì; non soltanto le cose – come scriveva Ovidio. In altre parole: che ci porta alla morte. E questa è la nostra massima angoscia: la coscienza della morte. Così, come tutti, fin dalla più giovane età, mi sono sentito partecipe di questo dramma. E, poiché io scrivo della mia vita, è evidente che la coscienza del tempo debba essere presente. Quanto al passato, è la sola cosa che realmente possediamo — e che la nostra memoria affabulatrice ci rende tanto preziosa. Insomma, io scrivo con ciò che vi è di più forte in me: il sentimento dell'effimero e il ricordo. È di questo che noi tutti siamo fatti: della nostra memoria e del nostro passato. Ho chiuso una delle mie poesie As Meninas, di Julgado do vento, con questo verso: «Il passato non passa».
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