• L'infanzia, riferisce Alberto, appare come «un luogo mitico», «qualcosa che si dimentica e di cui non rimangono che episodi sparsi e sconnessi». Contrariamente all’«età adulta, fatta di cause e di conseguenze, di opzioni e di errori, di tappe e di progetti». Così si è espresso in proposito, nel corso di un’intervista concessa al Correio do Porto, nel maggio 2019.
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• Nato nel 1937, i suoi primi anni sono stati profondamente segnati dalla Seconda Guerra Mondiale. «Dai razionamenti alle sirene d'allarme, queste di una violenza mai più sentita da allora. In quel periodo, bisognava mettere della carta adesiva di diversi colori intorno alle finestre per proteggersi da eventuali schegge. Io aiutavo mia madre a far questo; mio padre in quanto militare si trovava alle Azzorre, che erano una zona privilegiata perché laggiù sarebbe potuto succedere di tutto ed egli faceva un costante rendiconto di quello che stava vivendo. Questi racconti per me erano un divertimento, anche se il razionamento non lo era, ma, a quell’età, tutto ciò non aveva molto senso».
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• Egli ricorda anche la via di Porto dove abitava, con le case tutte da un lato e dall’altra parte un muro immenso, quello di un monumentale cimitero abbandonato. E anche una via adiacente, la Rua do Paraíso, dove si trovavano tutti i negozi. Il carbonaio, il droghiere: un tipo molto bizzarro che metteva in vetrina un piatto con uova grandi e un altro con uova piccole. Accanto al piatto delle grandi un cartello diceva «uova di gallina sposata», accanto a quello delle "piccole", «uova di gallina zitella»!
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• 1953-1954: Si trasferì brevemente a Lisbona, per un anno, prima di far ritorno a Porto. Poi, a 16 anni, partì per Coimbra per proseguire gli studi. Non c’erano Facoltà artistiche a Porto. «Era un’epoca», continua poi «in cui potevo fare molte cose con i miei compagni, come andare a Leixões (il porto alla foce del Leça, a Porto), a vedere i mercantili e a parlare coi marinai, usando il pretesto di esercitarci con l’inglese e anche per fare il contrabbando di porto con loro in cambio di sigarette.»
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• Ma se a Coimbra egli cominciò a occuparsi di teatro, il suo interesse per la letteratura ha origini più antiche. Óscar Lopes, uno dei suoi professori del liceo, gli fece scoprire Fernando Pessoa, che, negli anni ‘50, era quasi del tutto sconosciuto. La sua sensibilità letteraria si rafforzò a partire da questa scoperta. «Un’opera artistica è un gomitolo di lana: c’è l’estremità di un filo, lo si tira e tutto si concatena», affermava, e cominciò a scrivere « dei versi perduti. Penso di avere ancora il manoscritto d'un libro di poesia che non ho mai pubblicato, ma che è all’origine e intendeva farsi beffe del primo che ho pubblicato». L'autoironia è un elemento costante, onnipresente nell’opera di Alberto. Egli pubblicò la sua prima raccolta di poesia solo nel 1970 all’età di 33 anni!
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• Fino al 1958, studiò filologia germanica (Lingua e Letteratura tedesca) all'Università di Coimbra. Dopo aver conseguito la laurea, cominciò a lavorare come assistente all'Università. Ma nel 1960, ottenne un posto di lettore di portoghese e di letteratura portoghese presso l'Università di Heidelberg, così partì per la Germania.
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• Il 1961 è l’anno in cui scoppiò la guerra d'indipendenza dell'Angola e quello in cui il possedimento portoghese di Goa venne annesso all'Unione Indiana. Alberto, che aveva sempre manifestato apertamente la sua opposizione al regime fascista dell'Estado Novo di Salazar, intendeva sottrarsi al servizio militare. Una legge esentava da quest’obbligo, le persone di oltre 26 anni che lavoravano «al servizio della nazione» rivestendo determinati ruoli specifici. Come ad esempio la sua mansione di lettore di portoghese in Germania.
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• Tuttavia, poco prima che questo termine scadesse, nel 1963, venne sollevato dal suo incarico per poterlo costringere ad effettuare il servizio militare. Pur esitante, ritornò per una quindicina di giorni in Portogallo, si presentò, ma vedendo l'atmosfera negativa che regnava allora, e i soldati che gridavano per le strade: «Angola é nossa» (L'Angola è nostra) decise di ritornare all'università di Heidelberg, che gli propose un contratto che gli garantisse la sicurezza. E malgrado l'intervento delle alte autorità portoghesi della Cultura che reclamavano la sua espulsione, poté restare in Germania finché la situazione in Portogallo non tornò ad essergli favorevole.
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• Fu dunque in Germania, nel 1970, che pubblicò il suo primo libro di poesia: O Labirintodonte e qui il libro fu ben accolto. I critici elogiarono l’abilità di Pimenta nel fondere elementi visuali e verbali: calligrammi, giochi tipografici, disposizioni geometriche e introduzione di disegni o illustrazioni. L'accoglienza in Portogallo fu più tiepida, ma questo libro segnò una svolta nella poesia portoghese e aprì la strada a sperimentazioni più audaci e innovative.
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• Qualche mese prima della Rivoluzione dei Garofani del 25 aprile 1974, che segnò la fine del regime di Salazar e il ritorno della democrazia, ad Alberto venne confiscato il passaporto. Poiché il consolato si rifiutava di rinnovarglielo, non gli rimase che scegliere tra ritornare in Portogallo o richiedere la cittadinanza tedesca. Scelse questa seconda opzione. Inoltrò la sua richiesta alle autorità tedesche e ottenne responso favorevole il ... 23 aprile 1974! Alcuni giorni dopo, Alberto chiese una pausa di riflessione di sei mesi. Partì per il Portogallo, malgrado il suo cattivo stato di salute, per regolarizzare la sua situazione, ma fu convocato dall’ispettorato militare, giudicato abile e gli fu intimato di presentarsi entro quindici giorni alla caserma di Caldas. Sempre refrattario, Alberto fece ritorno in Germania, e non sarebbe tornato in Portogallo che tre anni più tardi per motivi personali.
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• Di ritorno in Portogallo, Alberto provò quella sorta d’amarezza verso il suo paese, quel sentimento d'amore-odio, che altri già avevano nutrito prima di lui, Alexandre O'Neill, Camões. «Se leggiamo attentamente «Os Lusiadas», vi troviamo vere e proprie diatribe contro il paese». «Mi ci è voluto molto tempo per adattarmi alla malinconia portoghese, al fatto d’essere triste senza sapere il perché». E sull’esempio di Joseph Beuys, conosciuto probabilmente negli anni ‘60, o di Wolf Vostell, il 31 luglio 1977 Alberto diede inizio al primo dei suoi happening che l’avrebbero reso famoso. L'idea gli venne, come egli ricorda «da quella poesia di Rainer Maria Rilke, Der Panther, nella quale l'animale si sposta da una parte all’altra della gabbia e non vede altro che sbarre». Si fece rinchiudere, allo zoo di Lisbona, in una gabbia accanto a quella degli scimpanzé, con un cartello che riportava Homo Sapiens, e prendeva delle note, spiando le reazioni dei visitatori. Pubblicò successivamente queste note, nel libro omonimo.
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• Quello stesso anno pubblicò il suo libro più famoso, che subito sarebbe stato tradotto in italiano, spagnolo e francese: Discurso sobre o Filho-da-Puta. «Col pretesto di analizzare la figura emblematica del Figlio-di-Puttana per denunciarne la perversità multiforme, è ad una vera e propria meditazione di tipo filosofico che l’autore si lascia andare, passando al setaccio della sua ironia tutte le strutture della società, scegliendo come bersagli privilegiati le istituzioni reputate tra le più rispettabili: la famiglia, la Chiesa, la scuola, le forze armate, la magistratura». Revue Belge de philologie et d'histoire, 1997
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• L'anno seguente, nel 1978, scrisse e realizzò due trasmissioni televisive. "A Arte de Ser Português", in collaborazione con Jorge Listopad, esaminava l'identità portoghese mediante diverse prospettive artistiche e culturali, e "6 Áreas para Cesário" in omaggio al poeta portoghese, Cesário Verde, attraverso sei diversi episodi che analizzavano le sue opere e i suoi influssi.
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• Quattordici anni più tardi, Alberto interpretò altri due happening che sono rimasti nella memoria. "Homo Venalis", il 27 maggio 1991, nel quartiere del Chiado il poeta, debitamente confezionato, «venne esposto per la vendita davanti alla Chiesa dei Martiri, a Lisbona» e qualche tempo dopo, nell’anniversario di Luis de Camões, durante la Fiera del Libro di Lisbona, organizzò un autodafé del suo libro O Silêncio dos Poetas.
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• Infine, nel 2005, merita di essere segnalata la sua raccolta di poesia Marthiya de Abdel Hamid segundo Alberto Pimenta che fece una gran sensazione in Portogallo. In essa Alberto fece una critica molto aspra dell'invasione, nel 2003, delle truppe americane in Iraq, ed anche della posizione del governo portoghese a questo proposito.
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