• «A parte la scrittura, le sue ambizioni sono ‘al di sotto della media’, andando appena oltre le aspettative borghesi di avere un tetto sopra la testa e di mangiare bene. Pedro non ricorda d’aver mai voluto far altro che scrivere. E ben presto ha realizzato quel che era veramente «utopico»: vivere solamente di scrittura». È con queste parole che Maria Leonor Nunes ci presenta Pedro sul "Jornal de Letras", nel 2005.
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• Lo stesso Pedro ammette di non aver subito (da parte del suo ambiente d'origine, cattolico e conservatore) alcun tipo d’indottrinamento. Assai presto si è interessato alle parole e gli è stato subito chiaro che quello che voleva era scrivere. Fin da giovanissimo, si è ritrovato di fronte al dilemma di scegliere una firma da adottare per i suoi scritti. Il suo cognome paterno, Bigotte Chorão, non lo convinceva, così ha preferito adottare quello della madre, Mexia, anche se in portoghese "mexia", dal verbo mexer, significa muoversi, rimestare. E poi esiste già un altro scrittore con questo nome, che visse a Siviglia nel XVI secolo. Quello lì è l'originale, "di cui io sono dunque un’imitazione a basso prezzo, con l'inconveniente (definitivo) di non possedere la minima erudizione e il vantaggio (temporaneo) d'essere vivo, mentre lui è morto", conclude col suo umorismo autoironico.
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• A 17 anni comincia a scrivere seriamente. Scrive novelle, frammenti di un poliziesco e alcune poesie. Più tardi avrebbe classificato questi suoi primi testi sia atroci che brutti. Era, a suo parere, come imparare a camminare. In quel periodo, essendo di temperamento riservato e solitario, non frequentava amici e si limitava a frequentare i corsi del Colégio Académico, per poi rientrare a casa.
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• L'influenza del suo ambiente sociale lo induce a seguire gli studi di Giurisprudenza all’Università Cattolica portoghese (suo nonno materno, Manuel de Magalhães Mexia, fu presidente della Camera Municipale di Lousã, presso Coimbra, dal 1954 al 1966) ma senza l'ombra di una vocazione. Gli costa fatica studiare l’insieme delle materie concernenti il Diritto e, dopo il conseguimento della laurea, ha già realizzato che il suo avvenire è altrove. Frequenta allora il programma di dottorato in teoria della letteratura alla facoltà di Lettere di Lisbona, per diventare poi assistente al corso del terzo ciclo di Arti della Scrittura (Artes da Escrita) dell'Università Nuova di Lisbona.
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• Pedro dichiara di essere «inabalavelmente crente», un credente irriducibile, e riconosce che il suo cattolicesimo è, in parte, frutto di un percorso familiare, ma non solo, perché molte persone di sua conoscenza, hanno seguito lo stesso percorso e oggi non hanno più la fede: «Vi è una certa trasmissione di valori e consuetudini, di cui il cattolicesimo, nel mio caso, faceva parte, ma arriva poi il momento in cui bisogna imparare ad andare in bicicletta senza le rotelle della trasmissione familiare » ha dichiarato nel 2015 su Rádio Renascença. Giunge sempre il momento della decisione personale, ed è necessario avere una sorta di modestia religiosa, preferendo «vivere la propria fede come una questione intima».
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• Pedro, in questo senso, è seguace di Søren Kierkegaard e, come lui, afferma che il cristianesimo si confronta con ogni persona singolarmente, non con gruppi interi. Esistono solamente singoli cristiani. E tra i poeti, egli apprezza T.S. Eliot, questo americano del Missouri, figlio di un pastore unitariano, che si convertì all'anglicanesimo e morì a Londra. Un altro dei suoi teologi preferiti è Sant’Agostino (d'Ippona) all’opposto di San Tommaso d'Aquino, che gli ricorda i corsi di diritto che aveva detestato. «Quando leggo San Tommaso d'Aquino, mi tornano in mente le postille del professor Freitas do Amaral: tutto molto ben ordinato, ben organizzato...».
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• Ma torniamo al poeta. Alla fine degli anni ‘90, comincia a scrivere per DN Jovem, un supplemento a metà strada tra cartaceo e digitale, creato nel 1983 per il club dei giornalisti di Diário de Notícias (DN) alla cui redazione egli finì per unirsi in qualità di giornalista. E nel 1998, dietro invito di un suo amico, José Mário Silva, scrive critiche letterarie per il supplemento ADN. L'anno seguente, pubblica la sua prima raccolta di poesie Duplo Império. Altre cinque raccolte seguiranno fino al 2007, data in cui egli lascia DN per entrare a Público, dove pubblicherà notizie di cronaca fino al 2011.
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• Se Pedro, uomo di destra, di centro destra, pessimista e scettico, per il quale «i socialisti sembrano avere troppe aspettative riguardo alla perfezione umana», ha conquistato una maggiore notorietà per le sue cronache che per la sua poesia, vi è un altro aspetto del suo temperamento che l’ha reso famoso, ed è l’umorismo. Infatti, dal 2008, egli fa parte dell'emittente satirica settimanale "Governo Sombra", trasmessa alla radio e alla televisione portoghese. In questo programma umoristico egli si affianca ad un cronista della Folha de São Paulo, che si presenta come un marxista non leninista, e con due altri giornalisti dalle posizioni politiche differenti dalle sue.
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• Le attività di Pedro, negli anni più recenti, sono molto diversificate. Ha creato numerosi blog su internet da cui sono nati cinque volumi diaristici. Dal 2008 al 2010, è stato direttore aggiunto e direttore ad interim della cineteca portoghese. Tra il 2012 e il 2017, ha soggiornato sei volte in Brasile, ha fatto la conoscenza nel 2013 di Raquel Marinho, studentessa di letterature comparate, e coordina la collezione di poesia Tinta-da-china tra i cui autori figurano Jacques Roubaud, Alejandra Pizarnik come pure Drummond de Andrade o Rui Knopfli.
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• Nel 2016, è diventato consulente per la Cultura della Sezione civile della presidenza della repubblica del Portogallo. Dal 2019, è condirettore (con Gustavo Pacheco) della rivista letteraria Granta, in lingua portoghese. Nel 2023, su invito del Teatro nazionale di São João, ha scritto il pezzo teatrale: Suécia (Svezia) messo in scena da Nuno Cardoso e ha scritto la sceneggiatura del telefilm Bloqueio, diretto da Henrique Oliveira.
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• E nel 2024, appare per Tinta-da-china, Poemas Reunidos che riprende, non solo l'integralità delle 10 precedenti raccolte ma «tutte le poesie che ho scritto, includendovi numerosi inediti, e ricomponendo così un nuovo libro, che non segue le divisioni delle raccolte originali, né l’ordine e neppure la logica dei libri originari. Si tratta dunque di un libro nuovo con vecchie poesie.»
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