• Luís Filipe ha dunque vissuto ad Angra do Heroísmo, a Lisbona, poi sull’isola di São Jorge. Di ritorno dalle Azzorre, si è temporaneamente stabilito a Redondo, in Alentejo, Chaves e Leiria, finché si è fermato nella capitale per intraprendere i suoi studi di diritto all'università, nel 1974. «La mia patria è Lisbona, non ne ho altre, ma mi sento anche legato ai vari luoghi in cui ho vissuto e per tutti nutro un grande affetto.»
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• Dei suoi genitori ci parla in un’intervista concessa a Impresa Nacional, nel 2021: «Da mio padre ho ereditato il gusto per la speculazione intellettuale e da mia madre l'amore per la poesia». Fin dall’infanzia si appassiona per le poesie che la madre gli recita, da Guerra Junqueiro a José Régio, e più avanti, quelle di Sophia de Melo Breyner Andresen, per la quale nutriva una particolare predilezione. E, ovviamente, egli scrive poesie da sempre. Così nel 1966, a 16 anni, invia le sue composizioni in versi al supplemento giovanile del “Diário de Lisboa” e al supplemento letterario di “Repubblica”.
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• Cresciuto in un ambiente di sinistra, ostile alla dittatura di Salazar, Luís Filipe nel corso dei suoi anni di studi, legge Althusser e Marx, per le idee, e Thomas Mann, Stendhal, Dostoevskij, per lo stile letterario. Partecipa alle lotte accademiche (e per un certo periodo sarà escluso dall'Università) che preannunciano la Rivoluzione dei Garofani dell’aprile 1974. Aderisce al Movimento della Sinistra Socialista [MES], fa la conoscenza di Ernesto Melo Antunes (militare anti-colonialista, ideologo e stratega di questa rivoluzione democratica) che egli ammira e di cui diviene amico. Dopo aver conseguito la laurea, si orienta verso la carriera diplomatica, ragion per cui rinuncia alla sua militanza nel partito socialista, poiché «un diplomatico non può impegnarsi nell’attivismo politico [...] un diplomatico è una persona che lavora per il proprio Stato e per il proprio governo», afferma il poeta.
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• (1977–1979) La sua prima destinazione nell’ambito della carriera diplomatica è, su sua richiesta, Luanda, in Angola. Una scelta difficile poiché assiste al colpo di stato di Nito Alvès, e alle persecuzioni che seguiranno. E citando Majakovski: «La terra per cui tu hai sofferto, non potrai mai dimenticarla». Ed egli aggiunge, io non ho subito che la millesima parte di ciò che il popolo angolano ha subito...
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• (1979–1982) Fa ritorno a Madrid dove è testimone del colpo di Stato di Antonio Tejero nel 1981. È in questo periodo che sposa Margarida Barahona che conosce dai tempi dell’Università e da cui avrà tre figli. Uno di loro abbraccerà la carriera diplomatica.
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• Nel 1983, pubblica la sua prima raccolta di poesie Recados. Luís Filipe «fa ormai ufficialmente parte della categoria nazionale e internazionale dei diplomatici-scrittori, vale a dire di coloro che costituiscono ‘uno strano animale a due teste’, come li definisce l’autore stesso, citando un altro confratello come lui.»
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• (1983–1986) Diventa consigliere di Ernesto Melo Antunes al ministero degli Affari esteri, nei governi provvisori guidati da Vasco Gonçalves e Pinheiro de Azevedo e poi, del presidente Ramalho Eanes.
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• (1986–1991) Si stabilisce a Parigi in qualità di diplomatico.
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• (1991-1993) Diviene membro permanente del Consiglio d’Europa a Strasbourg.
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• (1994) Ritorno a Lisbona.
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• (1995-1997) Viene nominato Capo di Gabinetto della Segreteria di Stato agli Affari esteri e alla Cooperazione, José Lamego.
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• (1998-2000) Promosso console, è di stanza a Rio de Janeiro, un luogo privilegiato per lui, dove si fa conoscere nella vita culturale di questa città, nel palazzo São Clemente. Si sarebbe sempre ricordato di quest’epoca: «Ho trovato una reazione straordinariamente positiva dei brasiliani nei confronti del mio lavoro. A Rio, mi sentivo a mio agio. Mi sentivo del tutto al sicuro, coma mai prima d’allora. Con tutto questo, la vita era molto differente.»
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• (2003-2007) Promosso ambasciatore a Budapest (Ungheria).
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• (2007-2009) Arriva a Nuova Delhi (India): «Quando ho accettato questa sede, ho provato a leggere tutto quanto disponibile sulla storia e la cultura di questo paese, senza escludere i poeti. Naturalmente, mi sono interessato a tutte le culture e ho voluto comprendere il modo di pensare di queste popolazioni. Io penso che un diplomatico serve anche a questo, a spiegare al proprio governo come la pensa la gente, quali sono le cose che considerano importanti», ci riferisce il poeta-ambasciatore. (Diário de notícias)
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• Nel 2010, giunge a Parigi, come Rappresentante Permanente del Portogallo all'UNESCO e, nel 2012, è Rappresentante al Consiglio d’Europa, a Strasbourg.
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• (2015-2018) È nominato Ministro della Cultura del XXI Governo Costituzionale.
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• E, strada facendo, Luís Filipe Castro Mendes non smette di scrivere. «Essere diplomatico è il mio mestiere, essere poeta e scrittore, la mia scommessa». D’altronde è alla Stampa Nazionale che egli esordisce, nel 1983, con la sua raccolta Recados, un libro che egli, primo critico della propria opera, retrospettivamente, considererà ‘immaturo’.
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• Attualmente, in qualità di ‘ambasciatore a disposizione’, effettua missioni di consulenza su problemi culturali legati alle comunità portoghesi all’estero. In questo contesto, presiede il comitato editoriale di «Comunidades Portuguesas», una raccolta di scritti, che è frutto di un partenariato con il ministero degli Affari Esteri e che intende pubblicare testi legati alle migrazioni portoghesi, sia che si tratti di opere originali di autori della diaspora o di saggi, studi e testimonianze su queste comunità sparse per tutto il mondo.
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