• Figlia del sociologo e giornalista Waldo Aranha Lenz César, membro della Chiesa presbiteriana, di cultura progressista, eticamente liberale e politicamente socialista (fu direttore della rivista “Paz e terra”, fondatore dell'ISER, Istituto superiore di Studi sulla Religione, e del CENPLA, organismo di ricerche e pianificazione di progetti sociali per il Brasile e l'America Latina, di cui fu il rappresentante all'ONU) - e della professoressa Maria Luiza Cruz, anch’ella protestante, ma d'obbedienza metodista, avendo ricevuto un’educazione più conservatrice, Ana Cristina frequentò il liceo metodista Bennett, fino al 1964.
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• La famiglia di Ana Cristina, che aveva anche due fratelli minori, Flávio e Filipe, risiedeva in un appartamento a Copacabana. Il padre, grande viaggiatore, era spesso assente. La madre, che tra l’altro era stata allieva del poeta Manuel Bandeira, era solita regalare molti libri alla figlia, che già all’età di sei anni, prese a dettarle le sue prime poesie. Un racconto della piccola Ana, il cui protagonista era Manuel Bandeira, fu inviato al poeta, che rispose dedicando ad Ana Cristina due poesie scritte di suo proprio pugno: Debussy e Irene no céu.
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• Dopo un viaggio in Uruguay con i genitori e il fratello Flávio, nel 1966-1967, prese a frequentare per un breve periodo la chiesa metodista, ma divenne poi membro della chiesa presbiteriana d'Ipanéma per la quale diresse la rivista Communidade. La sua produzione letteraria fu allora molto intensa (quaderni, bloc-notes, agende).
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• Nel 1969-70 sotto il patrocinio dell'International Christian Youth Exchange, partì per Londra per studiare la lingua. Venne ospitata in una famiglia protestante, nella quale il padre aveva il titolo di pastore, pur senza esercitare. Frequentò la Richmond School for Girls, nel Surrey. Grazie a questo soggiorno ebbe l’opportunità di visitare il Galles, l’Irlanda e, nel luglio 1970, risalì da Roma, passando per Nizza, fino a Parigi. In agosto visitò Amsterdam, da dove s’imbarcò per New York e Boston, prima di ritornare a Rio de Janeiro.
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• Questo primo incontro con la lingua e la letteratura anglosassone esercitò un’influenza determinante per la formazione della sua personalità: si accostò alle posizioni filosofiche del relativismo, che nega l’esistenza di verità assolute. Dopo il suo ritorno, smise di frequentare la chiesa, ed entrò alla Facoltà di Lettere dell'Università Cattolica (PUC) de Rio
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• Nel corso dei suoi studi, si legò d’amicizia con Ana Candida Perez, studentessa come lei (insieme, tradussero alcune poesie di Sylvia Plath), e seguì i corsi di Clara Alvim sulla scuola strutturalista da Roman Jakobson a Jacques Derrida, passando per Barthes, Todorov, Foucault e Deleuze; e le lezioni di Cecilia Londres, sulla Teoria della letteratura.
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• Dopo aver conseguito la laurea, Ana Cristina cominciò a insegnare inglese o portoghese in scuole pubbliche e private, tra cui il CENPLA; scrisse articoli per vari quotidiani, così come per giornali alternativi, quali “Beijo” e “Opinião”. Fu consigliera presso il dipartimento di ricerca e di redazione di sceneggiature per la televisione. In questo periodo cominciò anche a cimentarsi con le traduzioni letterarie di scrittori, tra i quali Silvia Plath, Emily Dickinson, Marianne Moore e Anthony Barnett. Essendo stata allieva di Cacaso, Clara Alvim ed Heloísa Buarque de Holanda, ella rinforzò il suo legame con i poeti della cosiddetta "generazione marginale" e, nel 1976, fu invitata a far parte dell’antologia 26 poetas hoje, organizzata da Heloísa B. de Holanda.
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• Nel 1979, sotto la guida di Heloísa B. de Hollanda, ottenne il master in Comunicazione dall'UFRJ, per la sua tesi su Letteratura e cinema documentaristico. Inoltre pubblicò anche i suoi primi libri, Cenas de abril (poesia) e Correspondência completa (prosa), stampati secondo i metodi artigianali della generazione mimeografa.
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• Ritornò quindi per la seconda volta in Inghilterra, dove scrisse e pubblicò Luvas de pelica. Ottenne un Master of Arts (con lode) in Teoria e pratica della traduzione letteraria presso l'università dell'Essex, e all’inizio del 1981 fece ritorno a Rio per organizzare e pubblicare ufficialmente la sua terza raccolta di poesia.
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• Nel 1982, diede alle stampe con la Casa editrice «Brasiliense» di São Paulo, la sua ultima raccolta che riunisce e completa le tre precedenti, mantenendo il nome della terza: A teus pés. Quest’opera, fin dalla sua uscita, fu considerata un successo editoriale, ma la vita personale di Ana Cristina, dopo la ristampa del suo libro, si trovò ad attraversare una grave crisi. Da poco uscita da un ricovero ospedaliero, dovuto a un forte stato depressivo e ad alcuni tentativi di suicidio, il 29 ottobre 1983, Ana Cristina, tornata a casa dai suoi genitori, si lanciò dalla finestra del settimo piano dell'appartamento di Copacabana.
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• I suoi scritti vennero affidati al suo miglior amico, il poeta Armando Freitas Filho, e nel 1985, egli curò la pubblicazione del libro Inéditos e Dispersos, che raccoglie la maggior parte dei testi scritti dall’autrice tra il 1961 e il 1983.
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