• Della sua infanzia rimangono poche tracce, né documenti d’archivio né certificati ufficiali, solamente quanto ella ci riferisce nella sua autobiografia Minha guerra alheia... A proposito di suo padre: sui 17 anni, Manfredo fuggì di casa per arruolarsi tra gli "Irredentisti" del poeta Gabriele d'Annunzio, decadentista, sostenitore del fascismo ai suoi albori, il cui obiettivo era riprendersi la città di Fiume (Rijeka in Croazia) per annetterla all'Italia... A proposito di sua madre: Manfredo la sposò, in campo aperto attorniato da mitragliatrici, già in uniforme e stivali, in procinto di partire alla conquista dell'Etiopia, volontario, anche stavolta.
|
• Fu così che Marina nacque ad Asmara. Ma il soggiorno laggiù fu di breve durata. Poco tempo dopo, suo padre fu trasferito a Tripoli, in Libia. Successivamente, nel 1940, allo scoppiare della guerra, la famiglia rientra in Italia. Si stabiliscono prima a Roma, poi al nord, nei pressi di un lago, un periodo di solitudine per lei e per il fratello, ma pieno di sogni suscitati dalle numerose letture.
|
• Nel 1946, le difficoltà del dopoguerra costringono Manfredo, che aveva collaborato come giornalista e direttore del periodico "L'Imparziale", rivolto alla colonia italiana di Rio de Janeiro, a partire e a installarsi definitivamente in Brasile. La sua famiglia lo raggiungerà due anni dopo.
|
Appena sbarcata a Rio, nel 1953, sua madre muore all’età di 40 anni. Marina prende lezioni di pittura da Caterina Baratelli, una pittrice italiana (Cesena) divenuta famosa in Brasile. E, nel 1956, si iscrive alla Scuola nazionale di Belle Arti, dove studia disegno e le tecniche d’incisione. Questa formazione le consentirà più avanti d'illustrare le proprie opere.
|
• A partire dal 1962, lavora come cronista, redattrice e illustratrice per il «Jornal do Brasil». Qui collabora con Clarice Lispector e fa la conoscenza del poeta Affonso Romano de Sant'Anna che sposerà nel 1971 e con il quale avrà due figlie. Potete consultare la sua biografia e le circostanze del loro matrimonio, qui
|
• In un’intervista rilasciata al periodico Cuatrogatos, Marina racconta il suo debutto nella letteratura per l’infanzia: era impiegata al Jornal do Brasil e doveva sostituire il redattore di un supplemento settimanale per ragazzi, che era stato imprigionato dalla dittatura militare. Trovandosi all’improvviso senza aver nulla di pronto da pubblicare, ella pensa di riscrivere un racconto di fate scelto tra i classici. Si siede alla macchina per scrivere... ma il risultato è un altro racconto. «Ed è così che, senza volerlo, mi sono ritrovata in un universo incantato di una ricchezza incommensurabile, da cui non ho più voluto uscire».
|
• Il 1968 è un anno di transizione per Marina che pubblica il suo primo libro, Eu sozinha, un monologo autobiografico sulla solitudine dei suoi anni infantili. Quanto al fratello, Arduino, Marina ci racconta che era diventato attore e, proprio in quel periodo, recitava in un film di Nelson Pereira dos Santos, "Fome de amor": una sera, questi fa visita a suo padre Manfredo, che allora viveva in una fattoria a qualche chilometro dalla città, portando con sé l’equipe di regia e l'attrice Leila Diniz. La serata trascorre in maniera così piacevole che Nelson crea una parte su misura per il padre di Arduino nel suo film. Dopo questo esordio, Manfredo reciterà in una ventina di altri film, di cui almeno quattro con suo figlio.
|
• A partire dal 1973, Marina inizia a lavorare per l’editore Abril, poi per Nova Magazine, dove sarebbe rimasta per 18 anni. Scrive per vari media, compresa la radio, presenta su numerose emittenti televisive, acquisisce grande notorietà e crea scenografie per film e feuilleton. Da allora, ha pubblicato più di 70 libri, molti dei quali dedicati alla narrativa per la gioventù. È stata anche traduttrice di importanti autori della letteratura mondiale come Konrad Lorenz, Roland Barthes, Yasunari Kawabata, Jerzy Kosinski o Giovanni Papini.
|
• Nel 1993, quando Marina ha già compiuto 56 anni, viene data alle stampe la sua prima raccolta interamente in versi Rota de colisão; va però ricordato che già nei racconti per l’infanzia e nei libri per la gioventù erano presenti alcune sue poesie. Negli anni seguenti ha pubblicato altri quattro volumi di poesia, l’ultimo dei quali, Mais longa vida, nel 2020.
|
*
|
Nessun commento:
Posta un commento