• Dell’assidua frequentazione della chiesa con la nonna e della rigorosa obbedienza ai precetti della religione, Anna avrebbe conservato il gusto per il lato barocco dei fasti e delle pompe delle feste religiose. Ma sin dalla sua adolescenza, consapevole degli orrori della sua epoca, e grazie alle letture di Renan e di Nietzsche, si sbarazzò dell’intolleranza e dell’ipocrisia della società in cui viveva, per approdare a un agnosticismo convinto, pur considerando la propria educazione religiosa come un patrimonio di grande valore.
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• Una caratteristica curiosa e rara della sua nonna era il fatto d’essere una grande cinefila, e tra i suoi film preferiti c’era “The invisible man” (1933) di James Whale, che riempì, a quanto riferisce Ana, la sua infanzia di terrore.
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• Ana che studiava musica classica fin dalla sua più tenera età, e che sperava di diventare una cantante professionista di musica barocca religiosa, alla fine dei suoi studi secondari, partì per stabilirsi a Lisbona. Qui s’iscrisse alla Facoltà di Filologia Germanica e seguì in parallelo le lezioni del compositore Fernando Lopes Graça al Conservatorio. Ottenuta la laurea in Filologia, si recò in Germania per specializzarsi nell’ambito della sua formazione musicale, ma gravi problemi di salute le impedirono di continuare per questa via. Dopo essersi curata in Svizzera, ella decise (su consiglio dei medici) di cambiare indirizzo. Fu in quel periodo, verso la fine degli anni ‘50, che cominciò a scrivere.
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• Della vita personale di Ana si sa veramente poco, se non che si sposò molto giovane, verso la fine degli anni ’40, con un inglese molto più anziano di lei, Mr. Hatherly, da cui ebbe una figlia, Catherine, che rimase vittima, nel 1970 a Londra, d'un incidente automobilistico mortale.
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• Nel 1958, Ana pubblicò a proprie spese la sua prima raccolta di poesie, Um Ritmo Perdido cui sarebbero seguite, nei due anni seguenti, As Aparências e A Dama e o Cavaleiro. Nello stesso periodo, aderì al movimento della Poesia sperimentale portoghese (corrispondente al concretismo brasiliano), e pubblicò studi teorici sulle avanguardie internazionali. Le opere di Ana Hatherly sono trasversali: le arti plastiche e la poesia vi si mescolano, e il suo modo di scrivere versi sulla carta fa sì che le sue poesie siano anche opere d’arte visuale.
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• Negli anni ‘60, ella si cimentò anche col genere del romanzo sperimentale con O Mestre (1963) che avrebbe avuto una favorevole accoglienza e ottime critiche in Brasile. O Mestre si svolge nel Portogallo della dittatura e si colloca sulla scena letteraria del nonsense: «I Maestri si celano dietro la risata e con quell’aria benevola, compiacente, paterna battono sulle spalle dei loro discepoli e dicono: / — Più tardi, quando sarete Maestri, capirete! (p.74)».
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• Nel 1966, pubblicò Eros Frenético, una lunga poesia in cerca d’altre vie, quelle delle «zone profonde dell’inconscio, del sogno, della paura, della lussuria, il misterioso mondo dei presentimenti e dei desideri indicibili» scrisse Natalia de Oliveira Correia.
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• Nel 1969, espose per la prima volta, dipinti e testi visuali alla galleria Quadrante di Lisbona. Inoltre, diede alle stampe 39 Tisanas, inventando la forma poetica, che ella avrebbe praticato per tutta la vita, della «tisana» che appartiene, così diceva Ana, alla famiglia delle poesie in prosa. Dopo la pubblicazione delle prime 39, seguirono 63 e poi 351 tisane, tra le quali 7 Tisane Inedite apparse sulla rivista "Poesia do Mundo/2", a Lisbona. Furono tutte riunite in 463 Tisanas (1969-2006), nel 2006.
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• Dopo aver seguito corsi di cinema presso la London Film School, realizzò quattro film (alcuni dei quali su pellicola dipinta) e ottenne il diploma nel 1974. Nel 1976 presentò Revolução (Rivoluzione) alla Biennale di Venezia. Questo cortometraggio di 11 minuti, imperniato sulla Rivoluzione dei Garofani del 25 aprile 1974, è liberamente consultabile su Vimeo, previa iscrizione per e-mail. In quegli anni, Ana insegnò all'ArCo (Centro de Arte e Comunicação Visual) di Lisbona, e fu uno dei membri fondatori del PEN Club portoghese. Insegnò poi, fino al 1978, alla Scuola Superiore di Cinema del Conservatorio Nazionale Superiore.
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• Nel 1981, con EM (Ernesto Manuel) de Melo e Castro, pubblicò l’antologia PO.EX, importante pubblicazione che riunisce testi teorici sul movimento sperimentale portoghese.
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• Nel 1986, ottenne il dottorato in Letteratura ispanica dell’Età d'Oro all’Università di Berkeley (California), e proseguì la sua carriera come docente presso la Facoltà di Scienze Umane dell'Università di Lisbona.
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• Tra il 1988 e il 1991, fu direttrice di Claro-Escuro (Chiaro-Scuro), la rivista di studi sul Barocco e, tra il 1997 e il 1999, fondò e diresse la rivista Incidences. Ella sempre manifestò il massimo interesse per il barocco, che considerava strettamente collegato al concetto di arte come ludus. «L'arte è ri-creazione, ove lo spettatore trova diletto, e l’atto poetico è un gioco inutile ma giocare - secondo Ana - è provocare il caso, stimolare il fortuito, cogliere l’inaspettato anche in ciò che è conosciuto; è il non rifiutare l’inesplicabile, l’ambiguo, l’incomprensibile. »
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• Nel 2001, pubblicò l'antologia Um Calculador de Improbabilidades una selezione di opere pubblicate tra il 1959 e il 1989.
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• Nel 2007 uscì la sua ultima raccolta di poesie: A Neo-Penelope.
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• Ana Hatherly, infaticabile traduttrice - tradusse tra gli altri, Pavese, Sacher Masoch, Klossowski, Rougemont, Collin de Plancy, Lowry - è stata a sua volta tradotta in numerose lingue, tra cui l'italiano, il tedesco, lo spagnolo e il francese. Si spense a Lisbona nel 2015 all’età di 86 anni.
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