• I suoi contatti con i lavoratori delle piantagioni e, successivamente, con la miseria dei rifugiati in fuga dalla siccità, avrebbero avuto un’ampia influenza sulla sua opera. João, che non dimostrò mai una particolare passione per la musica, fu invece enormemente attratto dalla lettura, e leggeva tutto quello che trovava, sia a scuola sia a casa della nonna, senza però manifestare una predilezione per la poesia; s'interessò molto alla pittura e s’entusiasmò per il calcio, divenendo uno dei giovani campioni del Santa Cruz Futebol Clube.
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• Per un po’ di tempo sognò di diventare giornalista, critico letterario, poi, conclusi gli studi secondari, nel 1937, iniziò a lavorare presso la Associação Comercial de Pernambuco. Fu a quest’epoca che – a detta dello stesso João – cominciò a soffrire di forti mal di testa, che sarebbero divenuti cronici e l’avrebbero tormentato per 50 anni, obbligandolo ad assumere fino a dieci compresse d’aspirina al giorno.
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• L’anno seguente, prese a frequentare il Café Lafayette, luogo d’incontro degli intellettuali di Recife, che si riunivano attorno al critico Willy Lewin e al pittore Vicente do Rego. Strinse amicizia con Lêdo Ivo e Joaquim Cardozo. Fu grazie a Willy, grande lettore di Mallarmé e Valéry, che egli scoprì i poeti surrealisti francesi (della cerchia di Breton) e i cubisti (Reverdy), ma anche autori come Proust, Kafka, Joyce o Ezra Pound.
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• Pubblicò allora il suo primo libro di poesie Pedra do sono che gli procurò una certa notorietà. Ancora pervaso di surrealismo, si può osservare in questa raccolta, il gusto mallarmeano per la parola in sé, e la preoccupazione per la costruzione dura, secca e precisa della poesia e dell’oggetto di cui parla, che fecero di lui un maestro della generazione del concretismo.
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• Nel 1942, João Cabral si trasferì a Rio de Janeiro e trascorse un certo periodo nella clinica psichiatrica di suo zio Ulisses, nella vana speranza di guarire dal suo mal di testa. L'anno successivo, partecipò a un concorso al DASP (Departamento Administrativo do Serviço Público), venne assunto e si integrò nell’ambiente letterario carioca; frequentò, in particolare, Manuel Bandeira, Murilo Mendes, Carlos Drummond de Andrade, Vinicius de Moraes e Cecília Meireles. Pubblicò la sua seconda raccolta poetica, l'austero O Engenheiro (L'ingegnere), decisamente cubista, e, dopo aver superato il concorso per Itamaraty (la Farnesina brasiliana) João, nel 1945, iniziò la carriera diplomatica, l’unica maniera per lui di conciliare, in piena sicurezza economica, la stabilità emotiva e i tempi per la scrittura.
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• Nel febbraio 1946, sposò Stella Barbosa de Oliveira, da cui avrebbe avuto cinque figli. Ricevette poi il suo primo incarico d'ambasciata, in qualità di vice-console, a Barcellona (Spagna). Qui conobbe i pittori Joan Miró e Antoni Tàpies, coi quali subito si legò d’amicizia, frequentando i loro atelier; fu anche in contatto con personaggi della scena taurina dell'época. Comprò una macchina da stampa e pubblicò autori brasiliani e spagnoli sotto l’etichetta: "Livro Inconsutil". È in questa stamperia tipografica che apparve la sua opera: Psicologia da composição com a Fábula de Anfion e Antiode.
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• Nel 1950, Cabral pubblicò un saggio su Joan Miró con acqueforti originali dell'artista. Tradotta in francese, la sua pubblicazione fu realizzata dalla galleria parigina Maeght. In quello stesso anno, egli pubblicò a spese proprie, la sua raccolta: O cão sem plumas (Il cane senza piume) che ritraeva la povertà della popolazione che viveva lungo il fiume Capibaribe, a Recife. Fu trasferito a Londra con l’incarico di Console del Brasile.
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• Nel 1952, fece ritorno in Brasile per rispondere dell’accusa di appartenere a una «cellula comunista», e venne sospeso dalle sue funzioni diplomatiche dal governo dittatoriale del presidente Getúlio Vargas con una sanzione di «disponibilità non remunerata». Dopo essere ricorso al Supremo Tribunal Federal, João Cabral ottenne infine, nel 1954, l’archiviazione del suo caso e la reintegrazione nella carriera diplomatica. Ottenne perciò l’incarico di console aggiunto a Barcellona, e da qui gli fu affidata la missione di compiere ricerche storiche sul Brasile, a Siviglia presso l’Arquivo Geral das Índias.
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• Prestò servizio presso varie ambasciate, tra cui quella di Siviglia, Marsiglia, Madrid e Brasilia. Nel 1960 pubblicò Quaderna, raccolta poetica in cui la tematica sivigliana appare per la prima volta. Cabral, che risedette 13 anni a Siviglia, amava profondamente questa città, la sua femminilità, il flamenco e la tauromachia.
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• Nel 1964, si recò a Ginevra in missione consolare con la delegazione brasiliana dell'ONU. L'anno seguente, il suo poema drammatico Morte e Vida Severina (descrizione dettagliata delle tragiche traversie di un migrante del Nordest brasiliano) venne musicato da Chico Buarque e messo in scena al teatro universitario di São Paulo. João ricevette il premio come «miglior autore vivente» in occasione della rappresentazione di quest’opera al festival di Nancy (France).
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• A educação pela pedra (L’educazione per mezzo della pietra) comparve nel 1966. Quest’opera, fortemente strutturata, era composta da 48 poesie raggruppate in 4 serie: Nordeste (a), Não-Nordeste (A), Nordeste (b), Não-Nordeste (B). Le poesie che non trattavano temi nordestini, si riferivano all’esperienza dell’autore in Spagna, in particolare a Siviglia. Il poeta ricevette il Premio Jabuti, l'anno seguente, per la poesia che dà il nome al libro.
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• Ancora nel 1966, João dovette essere operato per un’ulcera allo stomaco, causata dall’abuso di medicinali antidolorifici. Questa operazione ebbe conseguenze imprevedibili, dal momento che lo liberò da quei mal di testa, che lo perseguitavano da tempo immemorabile! Nel 1968, venne chiamato a far parte dell'Academia Brasileira de Letras, ove occupò la sedia numero 6. Dal 1967 al 1969, partì nuovamente per Barcellona, questa volta come console. Negli anni successivi, avrebbe occupato diverse sedi diplomatiche in America latina e in Africa. Terminò la sua carriera come console generale, nella città di Porto, in Portogallo, dopo di che si ritirò in pensione.
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• Nel 1986, morì sua moglie a Rio de Janeiro e João Cabral sposò qualche tempo dopo la poetessa Marly de Oliveira.
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• Nel corso degli ultimi decenni della sua vita, João Cabral soffrì di una degenerazione progressiva della retina, che lo portò a una perdita quasi totale della vista, impedendogli di leggere e di scrivere. Caduto in depressione, si considerava “un vecchio scrittore”. Morì nel 1999 a Rio de Janeiro per una crisi cardiaca.
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