• Ecco come Ana Elisa nel 2003 si presenta e ci racconta della propria giovinezza, della scoperta della scrittura e della poesia, sulle colonne virtuali di Digestivo Cultural: Da piccola « vivevo nello stesso quartiere in cui vivevano i miei nonni e nel quale vivo ancora oggi. Vado ripetendo la storia familiare, soprattutto quella delle donne, da quei tempi là»
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• «Ascolto storie su dischi di vinile colorato fin da quando ero molto piccola, perché mia madre ha voluto investire nell'intelligenza verbale dei suoi figli. La mia curiosità per la scrittura si è manifestata molto presto, quando ancora inventavo dei guazzabugli e fingevo di leggere delle immense epopee improvvisate per i miei zii e i miei nonni.»
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• «Mi furono regalate molte collezioni di libri per ragazzi, classici della letteratura orale di tutto il mondo, dischi con storie drammatizzate, e guardavo parecchi buoni programmi televisivi. I programmi di Xuxa non avevano ancora invaso gli schermi. Più avanti, sono passata ai classici canonici della biblioteca della mia nonna e ai libri per la gioventù di zia Silvinha. Nonostante gli impegni scolastici, ho continuato tenacemente a leggere tutto quello che volevo e a scrivere pagine e pagine di un diario che un giorno mia madre ha violato.»
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• «La scuola mi raccomandava di leggere. E io leggevo. Ho imparato molto presto a simulare buone redazioni scolastiche e a padroneggiare un linguaggio che più mi si addiceva, sotto il tetto più libero dei miei genitori, dove nessuno mi assegnava dei voti. Ho passato la mia adolescenza ispirata da Émile Zola. Impressionante. E la mia nonna aveva una preferenza per i Russi e i Francesi, il che non mi fece male. Sono molto riconoscente nei confronti delle biblioteche della mia città, che mi hanno offerto molte opportunità, di cui la più importante è stata quella di scoprire la poesia.
– A 17 anni, ero già certa che mi sarei cimentata nella poesia. E non dimenticherò mai il giorno in cui ho letto per la prima volta Ana Cristina César e Paulo Leminski. Fu quello il mio spartiacque»
– «A 19 anni, ho deciso di pubblicare il mio primo libro (si tratta di Poesinha che sarebbe apparso nel 1997). Con la buona compagnia della mia amica Luciana Tonelli, entrai a far parte, con altri 70 poeti, della Collezione “Poesia Orbital”, che commemorava i 100 anni di Belo Horizonte.»
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• L’ambiente in cui vive Ana dimostra scarsi interessi letterari e poca propensione alla lettura, malgrado ciò ella scopre e si dedica alla letteratura con passione, al punto di vincere un concorso organizzato dal più importante giornale del Minas Gerais "O Estado do Minas", e sceglie di entrare alla Facoltà di Lettere. Dopo qualche esitazione, si orienta verso un master in linguistica applicata e tecnologie dell'editoria.
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• Nata nello stesso periodo del protocollo TCP/IP, ella assiste, all’inizio degli anni 2000, all'esplosione planetaria di internet e del web, e in modo del tutto naturale, parallelamente ai suoi studi, crea un blog O Estante de Livros e compra un dominio, che ospiterà per un certo periodo, un sito editoriale, O Patife:
– Un giorno, «un amico mi ha mandato, per e-mail, un link, un login e una password. L’invito era accompagnato dalle istruzioni per scrivere in quel dominio. Non si trattava di un sito web e non era un account di messaggi elettronici. Era un blog. Una cosa con un nome buffo che permetteva di scrivere quel che si voleva e pubblicarlo, senza dipendere da un programmatore esperto.» (Digestivo: Meu querido blog)
– «O Patife era un playground elettronico. Io e Lucas Junqueira (oggi è programmatore presso Ciclope) immaginavamo cose simpatiche da fare su Internet. Eravamo nel 2000. Ed egli ha programmato un sito nel quale pubblicavamo trame di storie a fumetti, senza fumetti. Pedro, mio amico di Rio, sapeva fare dei prodigi con Photoshop e noi ci divertivamo con quello. È stata la mia prima esperienza di acquisto di un dominio. Successivamente, Jorge (Rocha, suo futuro marito) ha deciso di riprenderlo. Ma io ne sono rimasta fuori, perché ero concentrata su altre cose. O Patife, con Jorge, è diventato, di fatto, un sito di letteratura.» (Digestivo: Ana Elisa Ribeiro)
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• È sempre negli anni 2000 che Ana Elisa,
– incontra suo marito: «Figuratevi che ho fatto la conoscenza di mio marito su internet grazie alla letteratura. Mentre io mi destreggiavo tra "Patife" e "Estante de Livros", lanciando libri e dando interviste per altri siti, Jorge si occupava di "Os Paralelos", scriveva per riviste cartacee e organizzava mostre per "Primavera dos Livros" a Rio de Janeiro. È in questa città che ci siamo conosciuti personalmente, ma noi ci conoscevamo già da molto tempo. [...] Ci fu una incredibile sensazione di "Déjà-vu": Non ti ho mai visto, ti ho sempre amato... Ti detesto, senza conoscerti veramente... Il peggio era che conoscevamo i nostri personaggi. Incarnavamo figure che non eravamo realmente. O lo eravamo, non so. La mia "carriera" è sempre stata fortemente influenzata da internet.» (Digestivo: Ana Elisa Ribeiro)
– nel 2002, a 26 anni: «ho pubblicato la mia seconda raccolta poetica, con l’editore "Ciência do Acidente": Perversa è stato il mio libro più curato e m'ha reso la vita molto più facile»
– nel 2003, Ana diventa cronista per il “Digestivo Cultural”: «Fu un invito molto gentile del caporedattore, Júlio Daio Borges, che aveva sentito parlare di me grazie a un giornale universitario che circolava a São Paulo, a cavallo del secolo. Júlio aveva letto l'articolo (che parlava della mia poesia e del mio blog, Estante de Livros) e mi ha invitata. Io , naturalmente, ho accettato subito.»
– l’8 luglio 2004, nasce con parto cesareo il figlio, Eduardo Ribeiro Rocha: «C’è un taglio sulla mia pancia. Da lì esce un bambino di quasi tre chili e mezzo. Un maschietto di mezzo metro. I medici commentano come autori realisti. Tagliano il cordone ombelicale. Il padre, seduto dietro di me, tenendomi le mani, vestito di celeste, piange sommessamente. Avrei voglia, mi dice lui, di gridare. [...] Fin da bambina, mi piace parlare. E parlo tanto. Ho imparato certi suoni molto prima del previsto e presto ho scoperto i miei talenti verbali. Ho fatto carriera in letteratura e scrivo per amore. Il mio rapporto con le parole è sempre stato facile e fondamentale. Parlo con tutti, tengo lezioni, conferenze, parlo davanti al pubblico senza esitazioni. Accetto studenti ogni semestre e le platee non mi intimidiscono. Scrivo tutti i giorni e mi impegno seriamente con chi mi pubblica, compreso qui al Digestivo. Non c’è argomento che m’imbarazzi o mi comprometta. Non c’è parola che mi manchi. Ma in quel momento là, quando hanno posato il bimbo sul mio petto di madre, ho vissuto il mio primo e unico conflitto con le parole. E non m’è venuto niente.»
– nel 2008, ha conseguito il dottorato in linguistica applicata dell'UFMG.
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• Dal 2008 a oggi, Ana Elisa ha pubblicato una decina di raccolte in versi e un numero cospicuo di saggi. Docente di produzione editoriale al CEFET-MG, è una referente nazionale per quanto riguarda gli studi che implicano tecnologie ed educazione, la storia delle tecnologie inerenti la scrittura e la lettura, la formazione e la performance degli editori. Si dedica inoltre alla ricerca e alla valorizzazione della donna nei diversi ambiti della letteratura, per il tramite del gruppo di ricerca «Mulheres Editoras no Brasil».
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