________________
|
Cair do pano
|
Cala il sipario
|
As acácias já se incendiaram de vermelho
e o zumbido das cigarras enxameia obsidiante a manhã de Dezembro. A terra exala, em haustos longos, o aguaceiro da madrugada. Ao longe, no extremo distante da caixa de areia, o monhé das cobras enrola a esteira e leva o cesto à cabeça, cumprido o papel exacto que lhe coube e executou com paciente sageza hindu. Dura um instante no trémulo contraluz do lume a que se acolhe, antes da sombra derradeira. Assim, os comparsas convocados para esta comédia a abandonam, verso a verso, consignando-a ao olvido e à erva daninha que, persistente, a cobrirá irremediavelmente. O encenador faz a vénia da praxe e, porque aplausos lhe não são devidos, esgueira-se pelo anonimato da esquerda alta. É Dezembro a encurtar o tempo, o pouco que nos sobra. |
Le acacie già sono un’esplosione di rosso
e si diffonde il frinire delle cicale assediando il mattino di Dicembre. La terra trasuda, un po’ alla volta, l’acquazzone della nottata. Lontano, all’altra estremità del recinto di sabbia, l’incantatore di serpenti arrotola la stuoia e porta il cesto alla testa, avendo assolto con precisione il suo ruolo, eseguito con paziente saggezza indù. Indugia un istante nel tremulo controluce del falò dove si rifugia, prima dell’ultima ombra. Così le comparse, convocate per questa commedia, si allontanano, verso dopo verso, consegnandola all’oblio e alla malerba che, infestante, la coprirà irrimediabilmente. Lo sceneggiatore fa il consueto inchino e, poiché non gli sono dovuti applausi, svicola per l’anonimato in alto a sinistra. È Dicembre che accorcia il tempo, quel poco che ci resta. |
________________
|
Félix Vallotton Il palco del teatro (1909) |
Nessun commento:
Posta un commento