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Em Cuzco conheci o Brasil...
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A Cuzco ho conosciuto il Brasile...
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Em Cuzco conheci o Brasil
tomando cerveja com os peruanos conversando com um descendente dos Incas. Ele disse Pelé como se esse nome bastasse para entender um país de 8.000.000 de km². Vieram à lembrança os gols a copa do Chile a copa do México lembrando Pelé. Em La Paz na Universidade em greve estudantil na faculdade de letras falando com o professor Jaime Martinez Salguero sobre literatura brasileira ele abriu um sorriso largo para falar de Manuel Bandeira e Guimarães Rosa. Em Buenos Aires numa greve com um exilado brasileiro aprendi muito sobre o Brasil das prisões e das mortes a Ditadura que enfeava o Brasil. O tempo cruel manchando as bandeiras de sangue. A saudade do Brasil fazia entender mais o meu país. Em pleno verão fomos ao carnaval em Buenos Aires enquanto a banda tocava sambas lembrava das ruas de Porto Alegre do meu bairro da minha casa in quel momento il Brasile era il mio quartiere e la mia casa. Toda a saudade de um país já é esse país por dentro vai lentamente se fazendo no centro alma e corpo coração e sangue O Corpo do Brasil como hóstia consagrada. Tomai e bebei do Seu Corpo Meu país brincava comigo de esconde-esconde onde o rosto do meu país? No fundo do quintal que face era o meu país? No meio das árvores que perfil adivinhava? onde o rosto do meu país? De mãos dadas, girando a roda a ventania era o meu país. Conheci o meu país desde menino jogando bola no campinho a mordida na fruta no fundo do quintal era o Brasil se fazendo sumo. Na medida que ia crascendo o Brasil ia crescendo dentro. Um país nunca é grande demais para não caber no coração de um menino. Desde menino eu trazia o meu país comigo como quem traz numa vasilha a água cristalina. O brasil era poema aos poucos crescendo como semente. A poesia estava tão perto que me cegava o meu país eu vivia mas não via. |
A Cuzco ho conosciuto il Brasile
bevendo birra con i peruviani conversando con un discendente degli Incas. Lui disse Pelé come se questo nome bastasse per capire un paese di 8.000.000 di km². Tornarono alla memoria i gol la coppa del Cile la coppa del Messico ricordando Pelé. A La Paz nell’Università in sciopero studentesco alla facoltà di lettere parlando con il professor Jaime Martinez Salguero di letteratura brasiliana egli aprì un ampio sorriso nel parlare di Manuel Bandeira e Guimarães Rosa. A Buenos Aires durante uno sciopero da un esule brasiliano ho molto imparato sul Brasile delle prigioni e delle morti la Dittatura che deturpava il Brasile. Il tempo crudele che macchia le bandiere di sangue. La nostalgia del Brasile faceva capire meglio il mio paese. In piena estate andammo al carnevale di Buenos Aires mentre la banda suonava il samba ripensavo alle vie di Porto Alegre al mio quartiere alla mia casa in quel momento il Brasile era il mio quartiere e la mia casa. Tutta la nostalgia di un paese è già questo paese e dentro si trasforma lentamente nell’essenza anima e corpo cuore e sangue Il Corpo del Brasile come ostia consacrata. Prendete e bevete il Suo Corpo Il mio paese giocava con me a nascondino dov’è il volto del mio paese? In fondo al cortile che faccia aveva il mio paese? In mezzo agli alberi che profilo ci si immaginava? dov’è il volto del mio paese? Mano nella mano, in girotondo la tempesta era il mio paese. Ho conosciuto il mio paese da bambino giocando a pallone sul campetto un morso alla frutta in fondo al cortile era il Brasile che diventava succo. Nella misura in cui io crescevo il Brasile mi cresceva dentro. Un paese non è mai troppo grande da non entrare nel cuore di un bambino. Fin da bambino io portavo con me il mio paese come chi porta in un flacone l’acqua cristallina. Il Brasile era poesia che cresceva pian piano come semente. La poesia mi stava così vicino che m’accecava il mio paese io lo vivevo ma non lo vedevo. |
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Carybé Futebol na praia (1989) |
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