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Tu e eu...
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Tu ed io...
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Tu e eu – isto, sob o sol imperturbável,
As noites mais longas, os dias mais inúteis,
E mais nada, só isto, sem elegia,
Tudo lentamente engolido pelo passado
E, sob a leve película da memória,
Quando mais se diria de água,
Afundam-se contornos indistintos, esbracejando,
Tu e eu, enquanto nos habituamos
À nossa condição de náufragos – e afogados.
O amor foi como uma carta,
Igualmente frágil, amarrotado,
Extraviado, deixa o desespero
À cabeceira do fim, que está atrasado,
Se demora, talvez nunca chegue.
Há afinal tanta coisa que não acaba,
Tantas cartas que se continuam a escrever
Muito depois de a mão ter detido
O seu percurso, muito depois de o campo
Estar lavrado, queimado por geada –
Há afinal o próprio amor que não acaba
E murmura tanta coisa que não é sequer memória.
Dirás: viveste afinal quando
Tínhamos prometido morrer?
Não faltei, perjuro, à minha morte,
Esteve sempre contigo.
Que fará de nós o absurdo orgulho
De alta escola, o que de nós
O amor irreparável?
As noites mais longas, os dias mais inúteis,
E mais nada, só isto, sem elegia,
Tudo lentamente engolido pelo passado
E, sob a leve película da memória,
Quando mais se diria de água,
Afundam-se contornos indistintos, esbracejando,
Tu e eu, enquanto nos habituamos
À nossa condição de náufragos – e afogados.
O amor foi como uma carta,
Igualmente frágil, amarrotado,
Extraviado, deixa o desespero
À cabeceira do fim, que está atrasado,
Se demora, talvez nunca chegue.
Há afinal tanta coisa que não acaba,
Tantas cartas que se continuam a escrever
Muito depois de a mão ter detido
O seu percurso, muito depois de o campo
Estar lavrado, queimado por geada –
Há afinal o próprio amor que não acaba
E murmura tanta coisa que não é sequer memória.
Dirás: viveste afinal quando
Tínhamos prometido morrer?
Não faltei, perjuro, à minha morte,
Esteve sempre contigo.
Que fará de nós o absurdo orgulho
De alta escola, o que de nós
O amor irreparável?
Tu ed io – tutto qui, sotto il sole imperturbabile,
Notti più lunghe, giorni più inutili,
E niente di più, solo questo, senza elegia,
Tutto lentamente inghiottito dal passato
E, sotto la lieve pellicola della memoria,
Quando più la si direbbe fatta d’acqua,
S’affondano i contorni indistinti, sbracciandosi,
Tu ed io, mentre ci assuefacciamo
Alla nostra condizione di naufraghi – e affogati.
L’amore è stato come una lettera,
Ugualmente fragile, sciupato,
Smarrito, lascia l’amarezza
Al capezzale della fine, che ritarda,
Indugia, forse non arriverà mai.
In fondo ci sono tante cose che non finiscono,
Tante lettere che si continuano a scrivere
Molto dopo che la mano ha arrestato
Il suo percorso, molto dopo che il campo
Coltivato è bruciato sotto la gelata –
In fondo è l’amore stesso che non finisce
E sussurra tante cose che non sono neppure memoria.
Dirai: infine sei vissuto quando
Avevamo promesso di morire?
Non ho tradito, da spergiuro, la mia morte,
Sono sempre stato con te.
Che farà di noi l’assurdo orgoglio
D’alta scuola, che farà di noi
L’amore irreparabile?
Notti più lunghe, giorni più inutili,
E niente di più, solo questo, senza elegia,
Tutto lentamente inghiottito dal passato
E, sotto la lieve pellicola della memoria,
Quando più la si direbbe fatta d’acqua,
S’affondano i contorni indistinti, sbracciandosi,
Tu ed io, mentre ci assuefacciamo
Alla nostra condizione di naufraghi – e affogati.
L’amore è stato come una lettera,
Ugualmente fragile, sciupato,
Smarrito, lascia l’amarezza
Al capezzale della fine, che ritarda,
Indugia, forse non arriverà mai.
In fondo ci sono tante cose che non finiscono,
Tante lettere che si continuano a scrivere
Molto dopo che la mano ha arrestato
Il suo percorso, molto dopo che il campo
Coltivato è bruciato sotto la gelata –
In fondo è l’amore stesso che non finisce
E sussurra tante cose che non sono neppure memoria.
Dirai: infine sei vissuto quando
Avevamo promesso di morire?
Non ho tradito, da spergiuro, la mia morte,
Sono sempre stato con te.
Che farà di noi l’assurdo orgoglio
D’alta scuola, che farà di noi
L’amore irreparabile?
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Max Ernst La lettera (1924) |
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