________________
|
Lázaro
|
Lazzaro
|
Por damascos e púrpuras de rei
Despi, lá fora, os meus vestidos velhos; E entre o tumulto, as luzes, os espelhos, Insólito conviva, me assentei. Erguendo a taça de cristal, brindei; Quebrei a taça de cristal nos joelhos... E apertando nas mãos lírios vermelhos, Ensaiei risos fúteis e cantei. Assim vós me julgastes um dos vossos, E a mesa do festim me recebeu, E me coroaram de hera em flor os moços. E, quando toda a orgia adormeceu, Só eu !, só eu me vi roendo os ossos Desse banquete que não era meu! |
Per damaschi e porpore regali mi son spogliato,
Là fuori, di tutti i miei vestiti vecchi; E in mezzo al trambusto, alle luci, agli specchi, Ho preso posto, da insolito invitato. Levando la coppa di cristallo, ho brindato; Sulle ginocchia ho infranto la coppa di cristallo… E stringendo tra le mani qualche giglio vermiglio, Futili risate ho esibito ed ho cantato. Così uno dei vostri m’avete considerato, E m'ha ben accolto la tavola del simposio, E i giovani m’hanno incoronato con fiori di cerfoglio. E, quando tutto quel baccanale s’è concluso, Io solo! solo io son rimasto con qualche rimasuglio Di quel banchetto, nel quale ero un intruso |
________________
|
![]() |
Franz von Stuck Cena (1913) |
Nessun commento:
Posta un commento