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A Casa
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La casa
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eu conhecia a distância entre as paredes. caminhei
muitas vezes pelo corredor. a sala: o sofá grande, a janela fechada para a rua, o quadro bonito e antigo: a sala: estas palavras e este verso podiam ser o corredor se as palavras fossem a tinta nas paredes: a cozinha: a mãe a contar-me histórias, a mesa, a água que lavava os talheres, o lume do fogão. a cozinha era onde estávamos felizes. quero que a casa fique desenhada: quarto, escada , despensa, sala, casa de banho, corredor corredor, cozinha cozinha, escritório. depois, subia as escadas: despensa, quarto, quarto, despensa, corredor, casa de banho, despensa, escadas, quarto. depois, descia as escadas. eu, na cozinha, chamava a minha mãe. a minha voz: mãe. a minha mãe respondia-me: estou aqui. e estava num dos quartos de cima. eu subia as escadas para a encontrar. de manhã, eu acordava e descia as escadas. sem que eu soubesse, os anos passavam na casa. sem que eu soubesse, a minha mãe e o meu pai envelheciam. a casa era toda de claridade e eu não sabia que iria envelhecer assim que saísse de casa. havia janelas e havia portas. eu subia para cima de cadeiras para abrir as janelas. da janela do meu quarto, via o mundo. sei hoje que poderia ter vivido sem mais mundo do que esse. sei hoje que transformei o mundo todo nessa casa. chamo a minha mãe. está num dos quartos de cima. está muito longe. chamo o meu pai. está muito longe. |
Io conoscevo la distanza tra le pareti. ho camminato
tante volte nel corridoio. la sala: il divano grande, la finestra chiusa verso la strada, il bel quadro antico: la sala: queste parole e questo verso potrebbero essere il corridoio se le parole fossero il colore delle pareti: la cucina: mamma che mi narrava storie, il tavolo, l’acqua che lavava le posate, la fiamma del fornello. la cucina era dove eravamo felici. voglio fissare la casa in un disegno: camera, scala, ripostiglio, sala, stanza da bagno, corridoio corridoio, cucina cucina, studio. poi, salivo le scale: ripostiglio, camera, camera, ripostiglio, corridoio, stanza da bagno, ripostiglio, scale, camera. poi, scendevo le scale. io, in cucina, chiamavo la mia mamma. la mia voce: mamma. la mamma mi rispondeva: sono qui. e stava in una delle camere di sopra. io salivo le scale per trovarla. al mattino, mi svegliavo e scendevo le scale. senza che io lo sapessi, passavano gli anni in casa. senza che io lo sapessi, la mia mamma e il mio papà invecchiavano. la casa era tutta luminosa e io non sapevo che sarei invecchiato non appena fossi uscito di casa. c’erano porte e c’erano finestre. io salivo sopra le sedie per aprire le finestre. dalla finestra della mia camera, vedevo il mondo. oggi so che avrei potuto vivere senza altro mondo che questo. oggi so di aver trasformato tutto il mondo in questa casa. chiamo la mia mamma. è in una delle camere di sopra. è molto lontana. chiamo mio padre. è molto lontano. |
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| Francisco G. Pinzón-Samper Stanza (2021) |

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