Apólogo dialogal

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Apólogo dialogal

Apologo dialettico

Eu, de coração rechaçado, seguia
Talvez já para fora da espécie.
Foi então que o encontrei.
Chamei-o, precisava que desse por mim,
Confiasse. Estacou.
Era um desses gatos urbanos
Que, a horas moribundas
Procurava refeição.
Encontrando uma espécie de generosidade
No que outros desprezaram.
Fitava-me e eu fui-me aproximando,
Ele deixou e toquei-lhe.
Arqueou o corpo amarelo e esguio,
Ergueu a cabeça contra a minha mão
Até se cansar do meu afecto.
Subiu, veloz, as escadas do beco,
De regresso à sua noite,
Fugindo à moldura,
De qualquer lição, moralidade, exemplo.

Io, con la sconfitta nel cuore, me ne andavo
Forse già escluso dalla mia specie.
Fu allora che lo incontrai.
Lo chiamai, volevo che s’accorgesse di me,
Che si fidasse. Si arrestò.
Era uno di quei gatti urbani
Che, a ore morte
Andava in cerca di uno spuntino.
E trovava una specie di generosità
In ciò che altri scartavano.
Mi fissava e io gli andai vicino,
Lui acconsentì e io lo toccai.
Inarcò il corpo giallo e slanciato,
Sollevò la testa contro la mia mano
Finché fu sazio del mio affetto.
Risalì, veloce, le scale del vicolo,
Per tornare alla sua notte,
Sottraendosi a quel quadretto,
A qualunque lezione morale e allegorica.

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Agnieszka Praxmayer
Il salto del gatto arancione (2016)

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