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Aprenderei primeiro os meus passos...
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Istruirò per prima cosa i miei passi...
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Aprenderei primeiro os meus passos,
A equilibrar-me no silêncio.
Depois, apagarei tudo quanto for sagrado,
Porque nada pode ser sagrado,
Pedirei vento para apagar círios
E pedras para apagar pálpebras
Embriagadas de fé sem razão.
Caminharei, em seguida, junto à praia,
Aprenderei a construção do fogo
Que o mar traz no seio do seu sal,
O fogo na boca, sobretudo na boca.
Irei depois para ti,
Com o meu nome quase vulto,
A carícia quase rumor
E a voz uma noite escuríssima,
Com a lua obnubilada.
Envolto em tanta treva,
Iluminarei, então, toda a nudez oculta.
A equilibrar-me no silêncio.
Depois, apagarei tudo quanto for sagrado,
Porque nada pode ser sagrado,
Pedirei vento para apagar círios
E pedras para apagar pálpebras
Embriagadas de fé sem razão.
Caminharei, em seguida, junto à praia,
Aprenderei a construção do fogo
Que o mar traz no seio do seu sal,
O fogo na boca, sobretudo na boca.
Irei depois para ti,
Com o meu nome quase vulto,
A carícia quase rumor
E a voz uma noite escuríssima,
Com a lua obnubilada.
Envolto em tanta treva,
Iluminarei, então, toda a nudez oculta.
Istruirò per prima cosa i miei passi,
A equilibrarmi nel silenzio.
Dopo, spegnerò tutto quanto sia sacro,
Perché nulla può essere sacro,
Chiederò al vento di spegnere i ceri
E alle pietre di spegnere le palpebre
Infervorate di fede senza ragione.
Camminerò, a seguire, lungo la spiaggia,
M’eserciterò nella fabbricazione del fuoco
Che il mare porta nel cuore del suo sale,
Il fuoco in bocca, soprattutto in bocca.
Verrò poi da te,
Con il mio nome quasi come un’effigie,
La mia carezza quasi rumore
E la voce una notte scurissima,
Con la luna obnubilata.
Avvolto in cotanta tenebra,
Illuminerò, allora, tutta la nudità occulta.
A equilibrarmi nel silenzio.
Dopo, spegnerò tutto quanto sia sacro,
Perché nulla può essere sacro,
Chiederò al vento di spegnere i ceri
E alle pietre di spegnere le palpebre
Infervorate di fede senza ragione.
Camminerò, a seguire, lungo la spiaggia,
M’eserciterò nella fabbricazione del fuoco
Che il mare porta nel cuore del suo sale,
Il fuoco in bocca, soprattutto in bocca.
Verrò poi da te,
Con il mio nome quasi come un’effigie,
La mia carezza quasi rumore
E la voce una notte scurissima,
Con la luna obnubilata.
Avvolto in cotanta tenebra,
Illuminerò, allora, tutta la nudità occulta.
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Eugène Boudin Deauville-Bassa marea (1893) |
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