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Acontecera que as coisas se destruíssem...
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Accadeva che le cose si distruggessero...
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Acontecera que as coisas se destruíssem sem que nelas
sobrevivesse E era tarde. Sozinho em tempos não fora a falta de ninguém E o que doía não tinha o quisto da doença Só o espaço sereno das coisas que se deixam. Acontecera que nada se fizera fora Do coração. Acontecera que passara a noite a abrir os olhos Para não se interromper A estender a mão para estar vivo E certo de que nem ele próprio se abeiraria de si mesmo Pois ocupara-se rigorosamente de ausentar-se. Mesmo se caminhara muito devagar Sem outro meio para esperar que o visitassem. Ele que é agora o que nunca repousou O que nunca encontrará o sítio do sossego A não ser que haja o equilíbrio na vertigem Uma luz parada no meio da voragem. |
Accadeva che le cose si distruggessero senza che in esse
restasse traccia di lui Ed era tardi. Restare solo non significava la mancanza di qualcuno E ciò che faceva male non era come la cisti d’un morbo Piuttosto lo spazio quieto che le cose si lasciano dietro. Accadeva che nulla si verificasse al di fuori Del suo cuore. Accadeva che passasse la notte ad occhi aperti Per non essere interrotto Mentre stendeva la mano per rimanere vivo E certo che neppure lui si sarebbe avvicinato a sé stesso Giacché con rigore s’era impegnato ad assentarsi. Anche se camminava molto lentamente L’unica maniera per sperare che gli facessero visita. Egli che ora è colui che mai riposò Colui che mai troverà il posto della quiete A meno che esista l’equilibrio nella vertigine Una luce ferma nel mezzo della voragine. |
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Heléna Manzan Archetipo (2018) |
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