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Pequenos assassinatos
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Piccoli assassinii
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Vegetariano
não dispenso chorar sobre legumes esquartejados no meu prato. Tomates sangram em minha boca alfaces desmaiam ao molho de limão-mostarda-azeite, cebolas soluçam sobre a pia e ouço o grito das batatas fritas. Como. Como um selvagem, como. Como tapando o ouvido, fechando os olhos, distraindo, na paisagem, o paladar, com a displicente volúpia de quem mata para viver. Na sobremesa contia o verde desespero: peras degoladas, figos desventrados e eu chupando o cérebro amarelo das mangas. Isto cá fora. Pois lá dentro sob a pele, uma intestina disputa me alimenta: ouço o lamento de milhões de bactérias que o lança-chamas dos antibióticos exaspera. Por onde vou é luto e luta. |
Vegetariano
non mi esimo dal piangere sopra le verdure squartate nel mio piatto. Sanguinano i pomodori nella mia bocca Svengono le lattughe nella salsa di senape, limone e aceto, Singhiozzano le cipolle sopra il lavello e odo il grido delle patate fritte. Mangio. Come un selvaggio, mangio. Mangio tappandomi le orecchie, chiudendo gli occhi, distraendo, nel paesaggio, il gusto, con la distratta voluttà di chi uccide per vivere. Al dessert continua il verde tormento: pere capitozzate, fichi sventrati e io che spolpo il cervello giallo dei manghi. E questo qui fuori. Perché là dentro sotto la pelle, un’intestina disputa mi alimenta: sento il lamento di milioni di batteri che il lanciafiamme degli antibiotici perseguita. Ovunque io vada è lutto e lotta. |
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Fernando Botero Picnic (1989) |
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