________________
|
SIDA
|
AIDS
|
aqueles que têm nome e nos telefonam
um dia emagrecem - partem
deixam-nos dobrados ao abandono
no interior duma dor inútil muda
e voraz
arquivámos o amor no abismo do tempo
e para lá da pele negra do desgosto
pressentimos vivo
o passageiro ardente das areias - o viajante
que irradia um cheiro a violetas nocturnas
acendemos então uma labareda nos dedos
acordamos trémulos confusos - a mão queimada
junto ao coração
e mais nada se move na centrifugação
dos segundos - tudo nos falta
nem a vida nem o que dela resta nos consola
e a ausência fulgura na aurora das manhãs
e com o rosto ainda sujo de sono ouvimos
o rumor do corpo a encher-se de mágoa
assim guardamos as nuvens breves os gestos
os invernos o repouso a sonolência
o vento
arrastando para longe as imagens difusas
daqueles que amámos mas não voltaram
a telefonar
um dia emagrecem - partem
deixam-nos dobrados ao abandono
no interior duma dor inútil muda
e voraz
arquivámos o amor no abismo do tempo
e para lá da pele negra do desgosto
pressentimos vivo
o passageiro ardente das areias - o viajante
que irradia um cheiro a violetas nocturnas
acendemos então uma labareda nos dedos
acordamos trémulos confusos - a mão queimada
junto ao coração
e mais nada se move na centrifugação
dos segundos - tudo nos falta
nem a vida nem o que dela resta nos consola
e a ausência fulgura na aurora das manhãs
e com o rosto ainda sujo de sono ouvimos
o rumor do corpo a encher-se de mágoa
assim guardamos as nuvens breves os gestos
os invernos o repouso a sonolência
o vento
arrastando para longe as imagens difusas
daqueles que amámos mas não voltaram
a telefonar
quelli che hanno un nome e ci telefonano
un giorno cominciano a dimagrire - partono
ci lasciano prostrati all’abbandono
in seno a un dolore inutile muto
e vorace
archiviamo l’amore nell’abisso del tempo
e al di là della pelle nera del tormento
percepiamo presente
il passeggero ardente delle sabbie - il viandante
che emana un profumo di violette notturne
accendiamo allora una fiammella sulle dita
ci ridestiamo tremanti confusi - la mano bruciata
accanto al cuore
e null’altro si muove nella centrifugazione
dei secondi - ci manca tutto
né la vita né quel che ne resta ci conforta
e l’assenza rifulge nell’aurora dei mattini
e con la faccia ancora sudicia di sonno sentiamo
il rumore del corpo riempirsi d’affanno
custodiamo così le fugaci nubi i gesti
gli inverni l’inerzia il torpore
il vento
che trascina lontano le immagini sfocate
di quelli che abbiamo amato ma non ci hanno più
telefonato
un giorno cominciano a dimagrire - partono
ci lasciano prostrati all’abbandono
in seno a un dolore inutile muto
e vorace
archiviamo l’amore nell’abisso del tempo
e al di là della pelle nera del tormento
percepiamo presente
il passeggero ardente delle sabbie - il viandante
che emana un profumo di violette notturne
accendiamo allora una fiammella sulle dita
ci ridestiamo tremanti confusi - la mano bruciata
accanto al cuore
e null’altro si muove nella centrifugazione
dei secondi - ci manca tutto
né la vita né quel che ne resta ci conforta
e l’assenza rifulge nell’aurora dei mattini
e con la faccia ancora sudicia di sonno sentiamo
il rumore del corpo riempirsi d’affanno
custodiamo così le fugaci nubi i gesti
gli inverni l’inerzia il torpore
il vento
che trascina lontano le immagini sfocate
di quelli che abbiamo amato ma non ci hanno più
telefonato
________________
|
Olafur Eliasson I grew up in solitude (1991) |
Nessun commento:
Posta un commento