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A Empregada e o Poeta
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La Cameriera e il Poeta
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Na suspeição de que a empregada envenenaria o poeta
anteciparam as dores dos livros. Folhas mortas despencariam dos troncos, lombadas folheadas em ouro, tesouro do poeta, que a mesma serviçal eficiente e justa cuidava em sua obra. A empregada envenenaria o poeta, um mofo podre avolumaria De cada letra morta. E a biblioteca manuseada pela mente assassina esperaria uma nova edição de um debochado cordel, que cantaria a história do poeta e do bife envenenado, trazendo o verso final: “ o peixe morre é pela boca.” Todos suspeitariam, condolências antecipadas surgiriam em prosa e verso. Entretanto suspeição alguma ouviu e leu a história da empregada. Ela jamais assassinaria o poeta. Quando o bife passou quase amargo e cru, foi porque o tempo logrou as tarefas de Raimunda. O não e o mal feito da empregada eram gastos às escondidas em leituras do tesouro que não lhe pertencia. No entanto ela sabia, mesmo antes do poeta, que rima era só rima. E em meio às lacrimejantes cebolas misturadas às dores apimentadas nos olhos do mundo, Raimunda entre vassouras, rodos, panelas e pó desinventava de si as dores inventadas pelo poeta. |
Sospettando che la cameriera avvelenasse il poeta
si anticiparono i dolori dei libri. Libri come foglie morte staccate dai rami, coste decorate in foglia d’oro, tesoro del poeta, di cui quella stessa servetta efficiente e onesta s’occupava nel suo lavoro. La cameriera avrebbe avvelenato il poeta, una putrida muffa si sarebbe sviluppata in ciascuna delle lettere morte. E la biblioteca manipolata dalla mente assassina dovrà attendere una nuova edizione d'un depravato cordel, che canterà la storia del poeta e della bistecca avvelenata, avendo come verso finale: “il pesce muore dalla bocca.” Tutti sospetterebbero, condoglianze anticipate sboccerebbero in versi e in prosa. Invece nessun sospetto udì e lesse nella sua storia la cameriera. Ella non avrebbe mai assassinato il poeta. Se la bistecca risultò piuttosto amara e cruda, fu perché troppo tempo dedicò ai suoi lavori Raimunda. Il non fatto e il mal fatto della cameriera erano il frutto delle letture fatte di soppiatto di quel tesoro che non le apparteneva. Però ella sapeva, ancor meglio del poeta, che rima è solo rima. E in mezzo alle lacrimevoli cipolle mischiate ai dolori infusi negli occhi del mondo, Raimunda fra scope, spatole, padelle e polvere disinventava da sé i dolori inventati dal poeta. |
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Armando Vianna Lucidando l'argenteria (1923) |
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