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Da calma e do silêncio
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Della calma e del silenzio
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Quando eu morder
a palavra, por favor, não me apressem, quero mascar, rasgar entre os dentes, a pele, os ossos, o tutano do verbo, para assim versejar o âmago das coisas. Quando meu olhar se perder no nada, por favor, não me despertem, quero reter, no adentro da íris, a menor sombra, do ínfimo movimento. Quando meus pés abrandarem na marcha, por favor, não me forcem. Caminhar para quê? Deixem-me quedar, deixem-me quieta, na aparente inércia. Nem todo viandante anda estradas, há mundos submersos, que só o silêncio da poesia penetra. |
Quando io mordo
la parola, per favore, non fatemi premura, voglio masticare, triturare coi denti la pelle, le ossa, il midollo del verbo, per poter mettere in versi la sostanza delle cose. Quando il mio sguardo si perde nel nulla, per favore, non svegliatemi, voglio trattenere, all’interno dell’iride, l’ombra più impercettibile il minimo movimento. Quando i miei piedi rallentano nella marcia, per favore, non forzatemi. Camminare, perché? Lasciate che io indugi, lasciatemi quieta, in apparente inerzia. Non ogni viandante percorre strade, ci sono mondi sommersi, che solo il silenzio della poesia penetra. |
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Cândido Portinari Migrante seduta (1935) |
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