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O último dia
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L’ultimo giorno
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Crianças riem na varanda, riem
e brincam de maneira que já não são crianças.
Hoje não há Sol,
unicamente um céu esbranquiçado e carros
que chapinham
e uma luz contínua que não entra dentro
e dentro um cheiro a terra, a pano, a sono,
a calor no rosto e nas orelhas.
As crianças brincam de pensamento morno,
umas com as outras sem mais nada.
E a ingenuidade, que nunca ninguém tem e lhes falta,
caiu aqui.
Este poema está errado.
Se não está, é o mesmo – não termina.
Repetir tudo várias vezes até não perceber.
e brincam de maneira que já não são crianças.
Hoje não há Sol,
unicamente um céu esbranquiçado e carros
que chapinham
e uma luz contínua que não entra dentro
e dentro um cheiro a terra, a pano, a sono,
a calor no rosto e nas orelhas.
As crianças brincam de pensamento morno,
umas com as outras sem mais nada.
E a ingenuidade, que nunca ninguém tem e lhes falta,
caiu aqui.
Este poema está errado.
Se não está, é o mesmo – não termina.
Repetir tudo várias vezes até não perceber.
Dei bambini ridono sulla veranda, ridono
e giocano in una maniera che non è già più da bambini.
Oggi non c’è il Sole,
ma unicamente un cielo slavato e macchine che
inzaccherano,
e una luce persistente che non entra dentro
e dentro c’è un odore di terra, di cenci, di sonno
di calore sul viso e sulle orecchie.
I bambini giocano con un pensiero fiacco,
gli uni con gli altri e nient’altro.
E l’ingenuità, che mai nessuno ha e a loro manca,
qui è finita.
Questa è una poesia sbagliata.
E se non lo è, non importa – non termina.
Ripetere tutto molte volte fino a non capirci niente.
e giocano in una maniera che non è già più da bambini.
Oggi non c’è il Sole,
ma unicamente un cielo slavato e macchine che
inzaccherano,
e una luce persistente che non entra dentro
e dentro c’è un odore di terra, di cenci, di sonno
di calore sul viso e sulle orecchie.
I bambini giocano con un pensiero fiacco,
gli uni con gli altri e nient’altro.
E l’ingenuità, che mai nessuno ha e a loro manca,
qui è finita.
Questa è una poesia sbagliata.
E se non lo è, non importa – non termina.
Ripetere tutto molte volte fino a non capirci niente.
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Bartolomé Esteban Murillo Bambini che giocano ai dadi (1670-1675) |
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