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Post-Scriptum
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Post scriptum
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Não sou daqueles cujos ossos se guardam,
nem sequer sou dos que os vindouros lamentam
não hajam sido guardados a tempo de ser ossos.
Igualmente não sou dos que serão estandartes
em lutas de sangue ou de palavras,
por uns odiados quanto me amem outros.
Não sou sequer dos que são voz de encanto,
ciciando na penumbra ao jovem solitário,
a beleza vaga que em seus sonhos houver.
Nem serei ao menos consolação dos tristes,
dos humilhados, dos que fervem raivas
de uma vida inteira pouco a pouco traída.
Não, não serei nada do que fica ou serve,
e morrerei, quando morrer, comigo.
Só muito a medo, a horas mortas, me lerá,
de todos e de si se disfarçando,
curioso, aquel’ que aceita suspeitar
quanto mesmo a poesia ainda é disfarce da vida.
nem sequer sou dos que os vindouros lamentam
não hajam sido guardados a tempo de ser ossos.
Igualmente não sou dos que serão estandartes
em lutas de sangue ou de palavras,
por uns odiados quanto me amem outros.
Não sou sequer dos que são voz de encanto,
ciciando na penumbra ao jovem solitário,
a beleza vaga que em seus sonhos houver.
Nem serei ao menos consolação dos tristes,
dos humilhados, dos que fervem raivas
de uma vida inteira pouco a pouco traída.
Não, não serei nada do que fica ou serve,
e morrerei, quando morrer, comigo.
Só muito a medo, a horas mortas, me lerá,
de todos e de si se disfarçando,
curioso, aquel’ que aceita suspeitar
quanto mesmo a poesia ainda é disfarce da vida.
Non sono tra quelli di cui si conservano le ossa,
neanche sono di coloro i cui i posteri rimpiangeranno
che non ne siano state salvate a suo tempo le ossa.
Altrettanto non sono di quelli che saranno icone
nelle contese di sangue o di parole,
da alcuni odiato ed in egual misura amato da altri.
Non sono neanche una di quelle voci incantatrici,
che nella penombra bisbigliano al giovane solingo,
la vaga bellezza che abita i suoi sogni.
E non darò nemmeno consolazione agli afflitti,
agli umiliati, a quelli in cui ribolle la rabbia
d’una vita intera a poco a poco tradita.
No, io non sarò nulla di ciò che resta o che serve,
e morirò, quando morirò, con tutto me stesso.
Solo molto timidamente, in ore morte, mi leggerà,
estraniandosi da tutti e da se stesso,
curioso, quel lettore che accetti di sospettare
che anche la poesia sia una simulazione della vita.
neanche sono di coloro i cui i posteri rimpiangeranno
che non ne siano state salvate a suo tempo le ossa.
Altrettanto non sono di quelli che saranno icone
nelle contese di sangue o di parole,
da alcuni odiato ed in egual misura amato da altri.
Non sono neanche una di quelle voci incantatrici,
che nella penombra bisbigliano al giovane solingo,
la vaga bellezza che abita i suoi sogni.
E non darò nemmeno consolazione agli afflitti,
agli umiliati, a quelli in cui ribolle la rabbia
d’una vita intera a poco a poco tradita.
No, io non sarò nulla di ciò che resta o che serve,
e morirò, quando morirò, con tutto me stesso.
Solo molto timidamente, in ore morte, mi leggerà,
estraniandosi da tutti e da se stesso,
curioso, quel lettore che accetti di sospettare
che anche la poesia sia una simulazione della vita.
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Il Correggio Ritratto d'uomo con libro (1522) |
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