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Soneto XXI - Cendrada luz...
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Sonetto XXI - Cinerea luce...
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Cendrada luz enegrecendo o dia,
tão pálida nos longes dos telhados!
Para escrever mal vejo, e todavia
a dor libérrima que a mão me guia
essa me vê, conforta meus cuidados.
Ao fim terrível que me espera extenso,
nenhum conforto poderei pedir.
Da liberdade o desdobrado lenço
meu rosto cobrirá. Nem sei se penso
ou pensarei quando de mim fugir.
Perdem-se as letras. Noite, meu amor,
ó minha vida, eu nunca disse nada.
Por nós, por ti, por mim, falou a dor.
E a dor é evidente – libertada.
tão pálida nos longes dos telhados!
Para escrever mal vejo, e todavia
a dor libérrima que a mão me guia
essa me vê, conforta meus cuidados.
Ao fim terrível que me espera extenso,
nenhum conforto poderei pedir.
Da liberdade o desdobrado lenço
meu rosto cobrirá. Nem sei se penso
ou pensarei quando de mim fugir.
Perdem-se as letras. Noite, meu amor,
ó minha vida, eu nunca disse nada.
Por nós, por ti, por mim, falou a dor.
E a dor é evidente – libertada.
Cinerea luce che il giorno rabbuia,
così pallida, da lontano, sopra i tetti!
Per scrivere vedo a stento, e tuttavia
è del tutto libero il dolore che la mia mano guida,
esso mi vede e conforta i miei crucci.
Al finale terribile che m’attende immenso,
nessun conforto io potrò implorare.
Il fazzoletto spiegato della libertà
coprirà il mio volto. Non so se penso,
o penserò, quando da me fuggirà.
Svaniscono le parole. Notte, mio amore,
non ho mai detto nulla, o mia vita.
Per noi, per te, per me, ha parlato il dolore.
E il dolore è evidente – liberato.
così pallida, da lontano, sopra i tetti!
Per scrivere vedo a stento, e tuttavia
è del tutto libero il dolore che la mia mano guida,
esso mi vede e conforta i miei crucci.
Al finale terribile che m’attende immenso,
nessun conforto io potrò implorare.
Il fazzoletto spiegato della libertà
coprirà il mio volto. Non so se penso,
o penserò, quando da me fuggirà.
Svaniscono le parole. Notte, mio amore,
non ho mai detto nulla, o mia vita.
Per noi, per te, per me, ha parlato il dolore.
E il dolore è evidente – liberato.
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Jean-Francois Millet Paesaggio autunnale con tacchini (1868) |
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