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Como a Morte se Infiltra
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Come la morte s’infiltra
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Certo dia, não se levanta
porque quer demorar na cama. No outro dia ele diz por que: é porque lhe dói algum pé. No outro dia o que dói é a perna, E nem pode apoiar-se nela. Dia a dia lhe cresce um não, um enrodilhar-se de cão. Dia a dia ele aprende o jeito em que menos lhe pesa o leito. Um dia faz fechar as janelas: dói-lhe o dia lá fora delas. Há um dia em que não se levanta: deixa-o para a outra semana, Outra semana sempre adiada, que ele não vê por que apressá-la. Um dia passou vinte e quatro horas incurioso do que é de fora. Outro dia já não distinguiu noite e dia, tudo é vazio. Um dia, pensou: respirar, eis um esforço que se evitar. Quem deixou-o, a respiração ? Muda de cama. Eis seu caixão |
Un bel giorno, non si alza
perché vuole poltrire nella stanza. Il giorno dopo dice il perché: gli fa male un piede: ecco cos'è. Il giorno dopo è la gamba che gli fa male, non la riesce neppure ad appoggiare. Giorno dopo giorno è un altro no che viene, e lui già si contorce come un cane. Giorno dopo giorno scopre la posizione che a letto gli dà meno afflizione. Un giorno fa chiudere finestre e scuri: gli fa male il giorno là fuori. C’è poi un giorno che non si vuole alzare: fino all’altra settimana è meglio rimandare. L’altra settimana è sempre rinviata, non vuole prendere una decisione affrettata. Un giorno ha passato ventiquattr’ore indifferente a ciò che accade fuori. Un altro giorno già distingueva male notte e giorno, tutto è uguale. Un giorno, pensò: respirare, ecco uno sforzo che si può evitare. Chi è che l’ha lasciato, il respiro? Cambia di letto. Ecco la sua bara. |
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Honoré Daumier Il malato immaginario (1673) |
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