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Os amigos
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Gli amici
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no regresso encontrei aqueles
que haviam estendido o sedento corpo
sobre infindáveis areias
tinham os gestos lentos das feras amansadas
e o mar iluminava-lhes as máscaras
esculpidas pelo dedo errante da noite
prendiam sóis nos cabelos entrançados
lentamente
moldavam o rosto lívido como um osso
mas estavam vivos quando lhes toquei
depois
a solidão transformou-os de novo em dor
e nenhum quis pernoitar na respiração
do lume
ofereci-lhes mel e ensinei-os a escutar
a flor que murcha no estremecer da luz
levei-os comigo
até onde o perfume insensato de um poema
os transmudou em remota e resignada ausência
que haviam estendido o sedento corpo
sobre infindáveis areias
tinham os gestos lentos das feras amansadas
e o mar iluminava-lhes as máscaras
esculpidas pelo dedo errante da noite
prendiam sóis nos cabelos entrançados
lentamente
moldavam o rosto lívido como um osso
mas estavam vivos quando lhes toquei
depois
a solidão transformou-os de novo em dor
e nenhum quis pernoitar na respiração
do lume
ofereci-lhes mel e ensinei-os a escutar
a flor que murcha no estremecer da luz
levei-os comigo
até onde o perfume insensato de um poema
os transmudou em remota e resignada ausência
sulla via del ritorno trovai quelli
che avevano disteso il corpo assetato
su interminabili sabbie
avevano i gesti lenti delle belve ammansite
e il mare ravvivava per loro le maschere
scolpite dal dito errante della notte
imprigionavano soli nei capelli intrecciati
lentamente
modellavano il loro viso livido come un osso
ma erano vivi quando li toccai
dopo
la solitudine li trasformò di nuovo in dolore
e nessuno volle passar la notte nel respiro
del fuoco
offrii loro del miele e insegnai ad ascoltare
il fiore che appassisce nei sussulti della luce
li portai con me
fin là dove il profumo insensato d’una poesia
li trasformò in remota e rassegnata assenza
che avevano disteso il corpo assetato
su interminabili sabbie
avevano i gesti lenti delle belve ammansite
e il mare ravvivava per loro le maschere
scolpite dal dito errante della notte
imprigionavano soli nei capelli intrecciati
lentamente
modellavano il loro viso livido come un osso
ma erano vivi quando li toccai
dopo
la solitudine li trasformò di nuovo in dolore
e nessuno volle passar la notte nel respiro
del fuoco
offrii loro del miele e insegnai ad ascoltare
il fiore che appassisce nei sussulti della luce
li portai con me
fin là dove il profumo insensato d’una poesia
li trasformò in remota e rassegnata assenza
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Giorgio Vasari Ritratto di sei poeti toscani (1544) |
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