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Rascunho
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Bozza
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A solidão é intolerável quando
Já não restam olhos que permitam choro algum,
Quando as lágrimas são apenas sombras,
Sendo por isso tão mais salgadas...
A solidão não mata, mas morre-se dela.
Assim, prosaicamente,
Tão prosaicamente como pousar a cabeça na almofada
E sentir-se um vulto de vácuo em volta,
Pensar-se “Estou só”.
A solidão não é o tempo,
Mas os intervalos do tempo.
Na ampulheta da mão vazia, absoluta,
Totalmente vazia, as estrelas são pó.
Na mão absolutamente vazia,
Nenhuma outra mão desagua,
Não se fundem linhas,
Não se fundem caminhos que se mutam em anéis
A que outros dão o nome de sentimento.
A solidão é uma mão vazia
Como uma janela fechada.
A solidão não é Deus.
A solidão nem sequer é o homem,
Mas um estádio final,
Um passo que a distância já não concede
E imobiliza.
Não, a solidão não é o homem.
A solidão é intolerável
E porque intolerável
Ao fundo dela há sempre o cintilar dum fim,
Um brilho afirmando que solidão não é morte.
E cada homem subscreve isto
Com o nascer cada dia.
Já não restam olhos que permitam choro algum,
Quando as lágrimas são apenas sombras,
Sendo por isso tão mais salgadas...
A solidão não mata, mas morre-se dela.
Assim, prosaicamente,
Tão prosaicamente como pousar a cabeça na almofada
E sentir-se um vulto de vácuo em volta,
Pensar-se “Estou só”.
A solidão não é o tempo,
Mas os intervalos do tempo.
Na ampulheta da mão vazia, absoluta,
Totalmente vazia, as estrelas são pó.
Na mão absolutamente vazia,
Nenhuma outra mão desagua,
Não se fundem linhas,
Não se fundem caminhos que se mutam em anéis
A que outros dão o nome de sentimento.
A solidão é uma mão vazia
Como uma janela fechada.
A solidão não é Deus.
A solidão nem sequer é o homem,
Mas um estádio final,
Um passo que a distância já não concede
E imobiliza.
Não, a solidão não é o homem.
A solidão é intolerável
E porque intolerável
Ao fundo dela há sempre o cintilar dum fim,
Um brilho afirmando que solidão não é morte.
E cada homem subscreve isto
Com o nascer cada dia.
La solitudine è intollerabile quando
Ormai non restano più occhi per piangere,
Quando le lacrime non sono che ombre,
E proprio perciò tanto più salate...
La solitudine non uccide, ma di lei si muore.
Così, prosaicamente,
Tanto prosaicamente come posare il capo sul cuscino
E sentirsi circondato da un senso di vuoto,
Di sé pensare “Sono solo”.
La solitudine non è il tempo,
Ma gli intervalli del tempo.
Nella clessidra della mano vuota, assolutamente,
Totalmente vuota, le stelle sono polvere.
Nella mano completamente vuota,
Nessun’altra mano approda,
Le linee non si fondono,
Non si fondono strade che si mutano in anelli
A cui altri danno il nome di sentimento.
La solitudine è una mano vuota
Come una finestra chiusa.
La solitudine non è Dio.
La solitudine non è neppure l’uomo,
Ma uno stadio finale,
Un passo che la distanza ormai più non concede
E immobilizza.
No, la solitudine non è l’uomo.
La solitudine è intollerabile
E in quanto intollerabile
In fondo ad essa c’è sempre il luccichio d’una fine,
Un guizzo ad affermare che la solitudine non è la morte.
Ed ogni uomo lo sta a dimostrare
Continuando a nascere ogni giorno.
Ormai non restano più occhi per piangere,
Quando le lacrime non sono che ombre,
E proprio perciò tanto più salate...
La solitudine non uccide, ma di lei si muore.
Così, prosaicamente,
Tanto prosaicamente come posare il capo sul cuscino
E sentirsi circondato da un senso di vuoto,
Di sé pensare “Sono solo”.
La solitudine non è il tempo,
Ma gli intervalli del tempo.
Nella clessidra della mano vuota, assolutamente,
Totalmente vuota, le stelle sono polvere.
Nella mano completamente vuota,
Nessun’altra mano approda,
Le linee non si fondono,
Non si fondono strade che si mutano in anelli
A cui altri danno il nome di sentimento.
La solitudine è una mano vuota
Come una finestra chiusa.
La solitudine non è Dio.
La solitudine non è neppure l’uomo,
Ma uno stadio finale,
Un passo che la distanza ormai più non concede
E immobilizza.
No, la solitudine non è l’uomo.
La solitudine è intollerabile
E in quanto intollerabile
In fondo ad essa c’è sempre il luccichio d’una fine,
Un guizzo ad affermare che la solitudine non è la morte.
Ed ogni uomo lo sta a dimostrare
Continuando a nascere ogni giorno.
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Egon Schiele Autoritratto con panciotto (1911) |
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