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Spiral insana
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Folle spirale
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Estilhaços de quê,
esses que trazes nas mãos impotentes? Quem te amou na breve ruína do mundo? São de despedida os sinais que do vazio se estendem sobre o vazio. Talvez se adivinhe o silêncio, a extrema pureza do abandono. Nem rosto tens já para sorrir à morte. Entretanto bebes muito nos templos da amargura, olhassem paixão o rigor feroz dos abutres esvoaçando. O que procuras é a própria canção do desespero, uma taberna distante do mundo, nenhum modo que não seja de noite. |
Sono schegge di che,
queste che porti nelle mani impotenti? Chi ti ha amato nel breve sfacelo del mondo? Sono di distacco i segnali che dal vuoto s’espandono sul vuoto. Forse s’intuisce il silenzio, l’estrema purezza dell’abbandono. Non hai già più un volto per sorridere alla morte. Eppure tu bevi molto nei templi dell’amarezza, osservi senza passione lo spietato rigore degli avvoltoi che planano. Quel che cerchi è la vera canzone dello sconforto, una taverna lontana dal mondo, nessun atto che non si compia di notte. |
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Růžena Zátková Ritratto di Marinetti (1920 ca.) |
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