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Com licença poética
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Con licenza poetica
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Quando nasci um anjo esbelto,
desses que tocam trombeta, anunciou: vai carregar bandeira. Cargo muito pesado pra mulher, esta espécie ainda envergonhada. Aceito os subterfúgios que me cabem, sem precisar mentir. Não sou tão feia que não possa casar, acho o Rio de Janeiro uma beleza e ora sim, ora não, creio em parto sem dor. Mas o que sinto escrevo. Cumpro a sina. Inauguro linhagens, fundo reinos – dor não é amargura. Minha tristeza não tem pedigree, já a minha vontade de alegria, sua raiz vai ao meu mil avô. Vai ser coxo na vida é maldição pra homem. Mulher é desdobrável. Eu sou. |
Quando io sono nata un angelo solenne,
uno di quelli che suonano la tromba, annunciò: lei porterà bandiera. Un carico molto pesante per una donna, questa specie ancora impacciata. Accetto i sotterfugi che mi toccano, senza dover mentire. Non sono così brutta da non potermi sposare, penso che Rio de Janeiro sia una bellezza e ora sì, ora no, credo nel parto indolore. Ma quel che sento scrivo. Adempio il mio destino. Dò inizio a lignaggi, fondo regni – dolore non vuol dire amarezza. La mia tristezza non ha pedigree, ormai la mia voglia d’allegria risale al mio lontano milnonno. Essere rigido nella vita è una maledizione per uomini. La donna è flessibile. Io lo sono. |
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Suzanne Valadon Donna sul divano (1917-1918) |
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