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Terceira elegia urbana
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Terza elegia urbana
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Escuto o vento pesado
que vem ferir a janela: hálito da cidade, onde navegam escuras pétalas de ar morto, mortos perfumes, ausência de asas, gorjeios degolados. Nada adianta fechar janelas e portas e paredes: esse sopro destroça a nuvem do peito e somos só engrenagens cumprindo a fria tarefa de edificar o trovão da cidade. Sem saber que para nós, quase todos, esse amplo ruído é uma forma de silêncio. Como o crepitar das chamas para o inquilino do incêndio. |
Ascolto il vento opprimente
che viene a ferire la finestra: alito della città, in cui navigano tetri petali d’aria morta, morti profumi, assenza d’ali, gorgheggi decapitati. A nulla serve chiudere porte e finestre e muri: questo soffiare devasta la nuvola del petto e noi siamo solo ingranaggi che compiono il duro dovere di costruire il fragore della città. Senza sapere che per noi, quasi tutti, questo ampio rumore è una forma di silenzio. Come il crepitare delle fiamme per l’abitante dell’incendio. |
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Francesco Guardi L'incendio di San Marcuola - Venezia (1790) |
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