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A nossa vez
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Il nostro turno
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É o frio que nos tolhe ao domingo
no Inverno, quando mais rareia a esperança. São certas fixações da consciência, coisas que andam pela casa à procura de um lugar e entram clandestinas no poema. São os envelopes da companhia da água, a faca suja de manteiga na toalha, esse trilho que deixamos atrás de nós e se decifra sem esforço nem proveito. É a espera e a demora. São as ruas sossegadas à hora do telejornal e os talheres da vizinhança a retinir. É a deriva nocturna da memória: é o medo de termos perdido sem querer a nossa vez. |
È il freddo che ci paralizza nelle domeniche
d’inverno, quando più scarseggia la speranza. Sono certe fissazioni della coscienza, cose che s’aggirano per la casa cercando una collocazione ed entrano clandestine nella poesia. Sono le bollette del servizio dell’acquedotto, il coltello sporco di burro sulla tovaglia, quella traccia che lasciamo dietro di noi e si decifra senza sforzo e senza tornaconto. È l’attesa e l’indugio. Sono le strade tranquille all’ora del telegiornale e il tintinnare delle posate dei vicini. È la deriva notturna della memoria: è la paura d’aver perso, involontariamente, il nostro turno. |
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Giorgio Morandi Natura morta con straccio giallo (1952) |
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