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Aprendizagem no vento
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Apprendistato col vento
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O vendaval findou.
Agora é só o vento
soprando a sua ferocidade
mais fria do que a pele
enrijecida e azulada
dos operários fuzilados.
O vendaval findou.
Agora é só o vento cotidiano,
implacavelmente morno, hálito podre.
É com ele que se tem de aprender
a lição do revés, vida vivida.
Dos tantos que saíram,
poucos, muito poucos, se reencontrarão
um dia, tomara, naquilo que foram
ou que não puderam ser.
Por enquanto, a cordilheira transposta,
o que se alteia
é o desvario da boca,
é cada vez mais o muro
entre a boca e a mão.
Aos que sonhavam mesmo, vendo o claro,
e que puderam permanecer
no coração ardente da sombra,
cabe o labor maior da aprendizagem.
É aprender com tudo o que foi feito
e também com tudo que deixou de ser feito,
como rasgar o caminho da esperança
que lateja, que lateja,
na frágua da paciência operária.
O vendaval findou. Telhados ocos
não poderão servir de abrigo a pássaros.
Agora é só o vento
soprando a sua ferocidade
mais fria do que a pele
enrijecida e azulada
dos operários fuzilados.
O vendaval findou.
Agora é só o vento cotidiano,
implacavelmente morno, hálito podre.
É com ele que se tem de aprender
a lição do revés, vida vivida.
Dos tantos que saíram,
poucos, muito poucos, se reencontrarão
um dia, tomara, naquilo que foram
ou que não puderam ser.
Por enquanto, a cordilheira transposta,
o que se alteia
é o desvario da boca,
é cada vez mais o muro
entre a boca e a mão.
Aos que sonhavam mesmo, vendo o claro,
e que puderam permanecer
no coração ardente da sombra,
cabe o labor maior da aprendizagem.
É aprender com tudo o que foi feito
e também com tudo que deixou de ser feito,
como rasgar o caminho da esperança
que lateja, que lateja,
na frágua da paciência operária.
O vendaval findou. Telhados ocos
não poderão servir de abrigo a pássaros.
Finita è la tempesta.
Adesso è solo il vento
che soffia la sua perfidia
più gelida della pelle
rigida e azzurrata
degli operai fucilati.
Finita è la tempesta.
Adesso è solo il vento quotidiano,
implacabilmente tiepido, alito marcio.
È da lui che si deve imparare
la lezione della sconfitta, vita vissuta.
Dei tanti che partirono,
pochi, molto pochi, si ritroveranno
un giorno, chissà, in ciò che furono
o che non poterono essere.
Frattanto, superata la cordigliera,
ciò che risalta
è l’insania della bocca,
è il muro sempre più alto
tra la bocca e la mano.
A quelli che pure sognarono, vedendo la luce,
e che poterono permanere
nel cuore ardente dell’ombra,
spetta la parte più difficile dell’apprendistato.
È l’apprendere da tutto ciò che è stato fatto
e anche da tutto ciò che si trascurò di fare,
come tracciare il cammino della speranza
che palpita, che palpita,
nella fucina della pazienza operaia.
Finita è la tempesta. Tetti sfondati
non potranno offrire rifugio agli uccelli.
Adesso è solo il vento
che soffia la sua perfidia
più gelida della pelle
rigida e azzurrata
degli operai fucilati.
Finita è la tempesta.
Adesso è solo il vento quotidiano,
implacabilmente tiepido, alito marcio.
È da lui che si deve imparare
la lezione della sconfitta, vita vissuta.
Dei tanti che partirono,
pochi, molto pochi, si ritroveranno
un giorno, chissà, in ciò che furono
o che non poterono essere.
Frattanto, superata la cordigliera,
ciò che risalta
è l’insania della bocca,
è il muro sempre più alto
tra la bocca e la mano.
A quelli che pure sognarono, vedendo la luce,
e che poterono permanere
nel cuore ardente dell’ombra,
spetta la parte più difficile dell’apprendistato.
È l’apprendere da tutto ciò che è stato fatto
e anche da tutto ciò che si trascurò di fare,
come tracciare il cammino della speranza
che palpita, che palpita,
nella fucina della pazienza operaia.
Finita è la tempesta. Tetti sfondati
non potranno offrire rifugio agli uccelli.
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Fernand Léger I costruttori (1950) |
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